Non potrà competere con l’attesissimo Elden Ring, ma la startup meneghina è agguerrita: “Ci giochiamo tutto con un prodotto che trasudi italianità da ogni pixel”
La sfida è di quelle grandi. Forse persino più impegnativa delle missioni da portare a termine in uno “soulslike”, il genere ideato da Hidetaka Miyazaki e From Software che va per la maggiore tra i videogiocatori di oggi. E infatti lo stesso Ceo di Jyamma Games, Giacomo Greco, ai microfoni di StartupItalia, ammette: “O la va, o la spacca”.
Lui e il suo team milanese, “lo abbiamo fondato in dieci – racconta -, oggi siamo una cinquantina, l’età media è sui 30 anni e 10 sono donne che ricoprono ruoli chiave: dalla direttrice marketing alle concept artist, passando per level designer e la 3D Animator”, si sono messi in testa di creare un videogame AA+, Project Galileo. Cosa significa questo? Che per essere tale dovrà raggiungere una lunga serie di obiettivi qualitativi e quantitativi di tutto rispetto e che richiederà investimenti di svariati milioni di euro.
Di solito, questo tipo di videogiochi viene sviluppato da software house molto grandi e strutturate (al di sopra ci sono solo i tripla A, che equivalgono ai kolossal in campo cinematografico), perciò se normalmente sorprende già di per sé la notizia che qualcuno voglia fare un videogame in Italia, figurarsi quanto può essere dirompente l’annuncio di un AA+.
Come nasce Jyamma Games
La startup di Giacomo Greco nasce sui banchi di scuola, una scuola un po’ particolare: la Digital Bros. Game Academy in cui si formano artisti videoludici italiani (qui il nostro Alessandro Di Stefano ha intervistato il direttore Geoffrey Davis). “È stata una esperienza utilissima – ricorda il Ceo -, perché durante il corso si seguono e si creano progetti, si lavora in team, si finalizzano videogame come se bisognasse commercializzarli e si lavora in gruppo: appena ci siamo diplomati sapevo già chi volevo nella mia software house”.
Jyamma Games viene fondata nel 2019, poi “nel giugno 2020 un incontro fortuito con ex sviluppatori di studi di primaria importanza come Ubisoft e Cd Projekt”. Il business plan di Giacomo prevedeva di iniziare sviluppando titoli su mobile, così da mantenere un flusso di cassa costante (“tutt’ora ne stiamo creando, non bisogna mai fermarsi se si vuole mantenere la propria community”) da investire in un progetto maturo per PC e console. L’arrivo nel team di figure professionali “già abituate a sviluppare videogame tripla A”, ha fatto il resto.
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Che cos’è Prject Galileo?
Ma parliamo dunque di Project Galileo. Greco non si sbottona, nonostante le nostre insistenze: “Posso dirvi che sarà un videogame davvero italiano, zeppo di folklore italiano, cultura italiana, che vi farà sentire in Italia, vivere le sensazioni che proviamo noi italiani”. Anche grazie alla realizzazione grafica: “Purtroppo oltre agli artwork non possiamo ancora mostrare nulla, ma la veste grafica sarà vicina ai titoli tripla A, mentre per contenuti rientreremo nel settore dei doppia A, con una longevità sulle 30 ore dichiarate”. Project Galileo – nome provvisorio – sarò mosso dall’Unreal Engine 4.0 “ma per la demo che presenteremo per la fine dell’anno ai publisher traslocheremo sul 5.0”.
E dicembre sarà il vero spartiacque, per il progetto: “Siamo in contatto con diversi produttori: la data di uscita del videogame dipenderà da quanto materiale vorrà includere nel videogioco chi deciderà di investire su di noi e allora lo sviluppo potrebbe richiedere qualche mese di lavoro così come qualche anno”. Intanto il team sta lavorando alacremente per portare al Tokyo Game Show di fine settembre un teaser del progetto e sta approfittando delle riaperture post pandemia per registrare il motion capture dei personaggi, che in un soulslike è alla base della credibilità del sistema di combattimento, che dovrà essere fisico e spettacolare dal momento che in questo genere di giochi ci si affronta in duelli all’arma bianca.
“Da buon soulslike sarà ambientato in un universo fantasy – spiega sempre il Ceo – ma questo non significa che non sia possibile ritrovare scorci, panorami, ambientazioni, personaggi tipicamente italiani”. La road-map è serrata, proprio perché il gioco è agli inizi del suo percorso: “ci stiamo concentrando molto sul gameplay ma anche sulla grafica e siamo molto entusiasti dei traguardi raggiunti finora: ci stiamo provando, del resto chi non risica non rosica…”