Il Piave mormorò: “Non passa lo straniero”. La software house di videogiochi fondata da Jos Hoebe ci fa rivivere l’irredentismo italiano. “Avanti, Savoia!”
Almeno per la startup olandese BlackMill Games, responsabile di vari sparatutto multiplayer a sfondo bellico, tra cui l’odierno – esce proprio oggi – WWI Isonzo, il fronte italiano nella Prima Guerra Mondiale non sarà una Caporetto. Grazie alla qualità dei suoi giochi, infatti, ha attirato l’attenzione della francese Focus Entertainment che, proprio mentre ultimavamo questa recensione, ha annunciato di essere entrata in possesso dei due terzi del capitale della giovane realtà fondata da Jos Hoebe, direttore creativo dello studio. La compagnia olandese diventa la sesta software house videoludica della scuderia Focus Entertainment, andandosi ad aggiungere a Deck13, Streum on Studio, Dotemu, Douze Dixièmes e Leiker Studio ma dovrebbe conservare autonomia tanto nella governance quanto nella progettazione dei titoli.
Isonzo, avanti Savoia!
Se amate il genere, con ogni probabilità conoscerete già i lavori di Hoebe e dei suoi ragazzi, dato che negli anni passati ci avevano fatto conoscere le avversità del fronte occidentale in Verdun (datato 2015) e gli orrori del fronte orientale in Tannenberg.
Leggi anche: Chivalry 2, bagno di sangue medievale: la nostra recensione
Con WWI Isonzo Italian Front, invece, si arriva sul fronte caldo, caldissimo, che separava italiani e austriaci, riprendendo virtualmente uno dei momenti più drammatici, ma anche gloriosi, della storia del nostro Paese, alle prese con sconfitte brucianti ma pure con atti di eroismo che avevano dell’incredibile, tanto da essere riconosciuti dall’avversario austriaco che, per sfondare le nostre difese, dovette richiedere l’intervento del fratello maggiore germanico.
Ahi, quanta gente ha vista venir giù, lasciare il tetto poiché il nemico irruppe a Caporetto
Per un italiano, poter calcare, anche solo digitalmente, quei luoghi (che il gioco sintetizza in tre ambientazioni: Carso, Sabotino e Gorizia, suddivise in 5 mappe ciascuna) ancora oggi profondamente legati ai valori dell’irredentismo e segnati dalla sofferenza per il sacrificio di migliaia di giovani soldati, è senza dubbio una esperienza da brividi, sebbene l’anima da sparatutto multiplayer tenda a soffocare ogni emozione, lasciandoci preda dell’adrenalina dovuta alla trance agonistica. Scordatevi comunque i blockbuster che affollano il genere: rispetto a Battlefield e a Call of Duty, Isonzo vuole privilegiare soprattutto il realismo.
Basta insomma un colpo per essere spediti al creatore, non si può correre all’infinito, bisogna vedersela con le asperità di un territorio tanto bello quanto selvaggio e coi limiti di un equipaggiamento di oltre un secolo fa. Tutto questo, naturalmente, incide sull’approccio al gioco, che tende a punire i colpi di testa di chi ha manie di protagonismo e pensa di poter risollevare da solo le sorti della propria nazione, premiando al contempo coloro che faranno squadra e, soprattutto, si spremeranno le meningi per elaborare la strategia migliore, che tenga in considerazione la posizione delle truppe nemiche e la conformazione del campo di battaglia.
Tutto questo viene evidenziato dall’esigenza di conquistare punti strategici, così da poter ottenere per la propria squadra luoghi di respawn agevolato, come bunker e postazioni fortificate sulle alture, che non espongano chi rinasce al fuoco nemico. Al momento la sola modalità che vede scontrarsi 48 giocatori suddivisi tra i due eserciti (italiano e austroungarico) è l’Offensiva. Non poteva essere altrimenti, visto che la Prima Guerra Mondiale è stata, lo abbiamo studiato tutti, una guerra di posizione. E infatti anche in Isonzo bisognerà sopravvivere alle ondate nemiche, o farle a nostra volta, conquistando punti sensibili al fine di fare arretrare il fronte avversario e militarizzando qua e là i propri avanposti.
I 48 partecipanti potranno scegliere se giocare come ufficiali, assaltatori, ingegneri, alpini, cecchini e i fucilieri: inutile dire che ciascuna classe ha un equipaggiamento e bonus propri. Gli alpini per esempio sono i soli dotati di binocolo, che pare poca cosa ma ha un ruolo cruciale in un gioco che ha numerose fasi stealth. La scelta naturalmente non è libera, perché non si può avere un esercito di soli ufficiali, o di soli cecchini, quindi bisognerà limitarsi a occupare gli slot offerti dal gioco, prima che vengano esauriti dai propri commilitoni.