Dall’8 all’11 maggio a Milano torna Seeds&Chips, il summit sull’innovazione nel settore food: in campo le startup che stanno studiando i super alimenti del futuro
Dopo il faro acceso ad Expo 2015, Milano torna ad essere la capitale del food. Quella della nutrizione è una delle sfide più difficili del futuro: con un aumento esponenziale della popolazione sarà sempre più necessario trovare metodi di produzione sostenibili, magari investendo su generi alimentari alternativi. Sarà questo il focus di Seeds&Chips, the Global Food Innovation Summit dall’8 all’11 maggio 2017 alla Fiera Milano Rho, un grande evento sulla nutrizione del futuro, che esplorerà le nuove tecniche di produzione, le startup del food, i temi legati alla sicurezza e al diritto al cibo. Oltre a offrire una visione internazionale su questi temi, Seed&Chips sarà anche l’occasione per conoscere le realtà italiane impegnate su questi fronti: le startup Addento e Mi Green Food sono solo alcuni esempi delle realtà innovative che si potranno incontrare, ma tra gli espositori probabilmente si potranno trovare anche Oreegano, Supermercato 24, Deliveroo, Fanceat, Foody, Wallfarm, Foodscovery e tante altre (qui tutti gli espositori presenti nell’edizione 2016).
Obiettivo: una produzione sostenibile
Sono le Nazioni Unite a fare i conti sul futuro della popolazione e della nutrizione: entro il 2050 nel mondo si passerà dagli attuali 7 ai 9,7 miliardi di persone, con circa 2,5 miliardi di individui in più. La produzione di cibo dovrà essere aumentata, ma questo dovrà esser fatto in modo sostenibile per non compromettere l’ambiente e la salute delle generazioni future. Sarà necessario ridurre gli sprechi e trovare altre fonti di nutrimento rispetto a quelle tradizionali più inquinanti e meno sostenibili. Per questo molte startup innovative si stanno concentrando sulla ricerca di alimenti o super alimenti derivati da fonti alternative, come insetti e alghe.
I grilli, il cibo del futuro
E’ stata la FAO a definire gli insetti come il cibo del futuro (in molte parti del mondo in realtà si mangiano già da tempo) e la startup italiana Addento sta sperimentando proprio in questo campo. Il risultato raggiunto è una linea di nuovi alimenti con un ingrediente alternativo: una farina di grilli, nutrizionalmente superiore e più sostenibile rispetto ad altri cibi. Con un apporto proteico pari al 69% sul peso secco, i grilli rappresentano una fonte di primaria importanza per il futuro del cibo, tanto da essere considerati una risorsa di altissimo potenziale. Per fare un esempio: la bresaola, che viene consumata dagli sportivi, un ha un apporto proteico pari al 32%. Inoltre i grilli sono ricchi di vitamina B12 e di acidi grassi come Omega-3 e Omega-6. Sono un cibo sostenibile perché la loro produzione implica un basso consumo di acqua e di gas serra: per produrre un chilo di carne di manzo servono più di 15 mila litri d’acqua, per produrre l’equivalente di grillo ne serve soltanto uno.
Micro-ortaggi, alghe e bacon vegetale
I superfood, ad ogni modo, non si trovano solo nel mondo animale, anche le piante concorrono ad essere elette “cibo del futuro”: la startup Mi Green Food sta conducendo una sperimentazione sui micro-ortaggi. Hanno un alto apporto di vitamina C, E e K, sono ricchi di antiossidanti e pertanto, rispetto ad altri ortaggi comuni, si possono annoverare tra i super food. Per avviare la coltivazione – che si fa indoor, con un sistema multistrato dotato di led specifici – la startup è partita dallo studio di un gruppo di ricercatori (Zhenlei Xiao, Gene E. Lester, Yaguang Luo e Qin Wang) in collaborazione con il Dipartimento di Nutrizione e scienze alimentari dell’Università di Maryland. C’è chi sta guardando anche alle alghe per trovare alimenti più sostenibili, in quanto crescono senza particolare bisogno di terra o fertilizzanti. Il lavoro delle startup Seamore Food (Olanda) e New Wave Foods (Usa) si concentra proprio su questo: la prima produce e vende bacon e tagliatelle a base di alghe, cercando di riprodurre i piatti tradizionali con ingredienti alternativi. New Wave Food, invece, punta a limitare la pesca intensiva producendo frutti di mare a base vegetale, che hanno lo stesso apporto nutritivo delle cozze o delle vongole, senza avere un impatto sulla loro proliferazione.