La startup italiana 34BigThings vuole dimostrare che gli sparatutto spaziali su rotaia hanno ancora parecchio da dire, anche ai giocatori del 2021
Quando le console non erano ancora sufficientemente potenti da ricreare arene tridimensionali che simulassero, per grandezza, l’immensità dello spazio, gli sviluppatori ovviavano al problema ricorrendo alla formula di gioco dello sparatutto su binari. In apparenza ci si muove in ambientazioni enormi ma di fatto si è vincolati a seguire una traiettoria prestabilita, come un treno, appunto. Fatto, questo, che facilitava enormemente il lavoro dei programmatori alle prese con hardware poco potenti: dovevano limitarsi a creare dei corridoi che dessero l’impressione di essere il più aperti possibili. Con l’aumento dei bit a disposizione, gli FPS spaziali on rail sono progressivamente usciti di scena. Almeno fino a questo Redout: Space Assault.
Svolazzando sui binari di Redout: Space Assault
Disponibile su PC, Nintendo Switch, PlayStation 4, Xbox One e Classic Mac OS, Redout: Space Assault pare essersi posto un duplice obiettivo molto, molto, ambizioso. Da un lato dimostrare che gli FPS su rotaia hanno qualcosa da dire ancora nel 2021, dall’altro provare a insidiare Star Fox di Nintendo, probabilmente la punta di diamante che il genere ha saputo mai offrire.
Non è la prima volta che la startup torinese 34BigThings, la software house dietro a questo progetto, si mette in scia di navicelle che viaggiano abitualmente alla velocità della luce. Tre o quattro anni fa fece scendere in pista Redout, di cui Redout: Space Assault che testiamo oggi costituisce a tutti gli effetti uno spin-off. Il titolo originario, invece, puntava a competere con titoli del calibro di F-Zero, Wipeout e Rollcage e ci chiedeva di gareggiare su circuiti futuristici alla guida di improbabili bolidi affusolati. Peraltro riuscendo anche a portare a casa parecchie recensioni positive.
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Con Redout: Space Assault, invece, si cambia musica. Qui le competizioni sportive hanno lasciato il posto allo spazio profondo, anche se esplorarlo sarà più simile ad avventurarsi in un interminabile corridoio che non girovagare in un posto che in teoria non dovrebbe avere né limiti né confini. Ecco, ritrovarsi oggigiorno all’interno di un FPS on rail fa parecchio strano, tanto più dato che qui a StartupItalia abbiamo seguito passo dopo passo lo sviluppo di Space Assault (un po’ per mero campanilismo, ma soprattutto perché eravamo rimasti piacevolmente sorpresi dal Redout – Wipeout) e dunque ricordavamo bene un trailer del 2018 (subito sotto) che praticamente mostrava un altro gioco.
Cosa abbia convinto la startup innovativa torinese a cambiare tanto drasticamente il gameplay nessuno può dirlo (ma glielo chiederemo alla prima occasione: potete contarci). Forse non volevano mettersi in concorrenza diretta con l’ottimo Everspace (stiamo attendendo febbrilmente il secondo episodio ora che la raccolta fondi su Kickstarter è stata portata a termine), oppure hanno preferito alleggerire il motore di gioco per permettere al titolo di raggiungere anche sistemi meno potenti…
Fatto sta che non possiamo nascondere che trovarsi oggi, nel 2021, limitati da un sistema di guida su rotaia a prima vista possa sembrare uno scherzo non riuscito: ho appena comprato una PlayStation 5 o una Xbox Series, sono corso a installare un gioco nuovo di pacca e… corre sui binari? Difficile giustificare il tutto sulla scorta del fattore nostalgia, dato che l’impianto grafico è invece modernissimo.
Intendiamoci, Redout: Space Assault non è affatto un brutto gioco. Anzi. È curato, presenta un’ottima veste scenica, è zeppo di effetti speciali… solo che è semplicemente anacronistico. Sarebbe come se voleste comprare una decapottabile, chiedeste consiglio a un amico che vive con il naso in Quattroruote e quello vi proponesse una Morgan. Ma voi non siete Al Capone!
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Lo stesso straniamento lo si avverte giocando a questo titolo tutto torinese: si intuisce che è nuovo, eppure poggia su di una intelaiatura dannatamente vecchia, che per di più ogni tanto lo rende eccessivamente statico. Questo non significa che manchino i momenti caotici, anzi, solo che è quel caos da “vecchio videogame”, in cui il titolo si imbizzarrisce all’improvviso e vi fa esplodere per un razzo nemico che era rimasto nascosto alla visuale dalla vostra stessa navicella.
La possibilità di potenziare il caccia interstellare e di variarne pure la skin risulta senza dubbio gradita, ma in generale resta troppo forte la sensazione di essere imbrigliati da limitazioni ludiche che nel 2021 non hanno più senso d’esistere. Chi è alla ricerca di un gioco che gli rifaccia vivere le emozioni provate su SNES in compagnia della volpe stellare Nintendo troverà in Redout: Space Assault una divertentissima e coloratissima giostra dei ricordi e può assegnare al titolo italiano un 8 pieno. Ma chi cerca uno sparatutto spaziale realmente moderno farà bene a continuare ad attendere Everspace 2…