Dal Politecnico Federale di Zurigo la soluzione che permette di seguire il prodotto fresco dal produttore alla tavola del consumatore
La fase di trasporto del cibo è un momento cruciale, soprattutto per i freschi. Stando alle stime FAO, alla fase di trasporto e distribuzione si può ricondurre il 13% dello spreco globale di cibo. I freschi devono essere mantenuti a una temperatura costante, durante l’intero trasporto. Per monitorare con precisione e a distanza i parametri necessari, i ricercatori del Politecnico Federale di Zurigo hanno sviluppato dei sensori biodegradabili, che possono tracciare il prodotto fresco dal produttore alla tavola del consumatore. Il sensore è una sorta di adesivo, che può essere apposto al prodotto ed essere ingerito in modo sicuro dagli umani, grazie alla sua biodegradabilità. Il dispositivo è stato descritto in uno studio pubblicato sulla rivista Journal od Advanced Material, il cui primo autore è Giovanni Salvatore, di origini molisane e oggi ricercatore al Politecnico di Zurigo.
Lo studio
Il team di Giovanni Salvatore è riuscito a realizzare un sensore di soli 16 micrometri di spessore (per avere un’idea della misura: un capello umano è 100 micrometri circa), i cui filamenti sono di magnesio, un componente essenziale della dieta quotidiana. Per realizzare il filamento, il team di ricerca ha utilizzato anche due composti chimici innocui (l’anidride siliconica e il nitruro) e un polimero compostabile realizzato con amido di mais e patate, che funge da collante per l’intero dispositivo. Il sensore è flessibile, ovvero può essere allungato, piegato, sgualcito, senza che ci siano conseguenze sulla sua funzionalità o integrità. La ricerca è attualmente in corso e a breve potrebbero esserci nuovi sviluppi.