Spinti da corsa agli acquisti degli italiani in quarantena e dallo sconvolgimento in atto sul mercato per le limitazioni ai consumi fuori casa
Mentre il governo, sempre più traballante, rischia di sfasciarsi sulla sanatoria di quei 600mila braccianti irregolari (a fronte dello stop di Vito Crimi la ministra Teresa Bellanova ha minacciato le dimissioni) che – con buona dose di ipocrisia – la politica sembra aver scoperto solo negli ultimi giorni che reggevano la nostra agricoltura, i consumatori devono invece fare i conti con il rialzo dei prezzi di frutta e verdura. Lo dice l’indagine di Coldiretti.
Schizzano i prezzi di frutta e verdura
Secondo quanto riporta Coldiretti, i prezzi al consumo dalla frutta hanno già subito un rincaro del +8,4%, quelli della verdura del +5%. Ma anche latte (+4,1%) e salumi (+3,4%) stanno galoppando, spinti dalla corsa agli acquisti degli italiani in quarantena e dallo sconvolgimento in atto sul mercato per le limitazioni ai consumi fuori casa per le chiusure imposte alla ristorazione dall’emergenza Coronavirus.
“In contrasto con l’andamento dell’inflazione, che ad aprile su base tendenziale si è azzerata, il carrello della spesa registra un rincaro rilevante per molti prodotti alimentari la cui domanda – sottolinea la Coldiretti – è stata fortemente influenzata dal lungo periodo di quarantena. Con l’emergenza Coronavirus gli italiani – precisa Coldiretti – vanno a caccia di vitamine per aiutare a rafforzare il sistema immunitario contro il virus con balzi della spesa trainati dalla voglia di avere in casa una riserva naturale di vitamine consigliata anche dall’ISS che sul sito, nei consigli sull’alimentazione durante l’emergenza COVID-19, invita proprio ad aumentare la quota di alimenti vegetali nella nostra dieta” con “più frutta e verdura e più legumi in ogni pasto della giornata”.
Ma non salgono soli i prezzi di frutta e verdura…
Ma a spingere in alto la spesa è stata anche la paura di rimanere senza scorte con la dispensa vuota che ha favorito l’acquisto di prodotti a lunga conservazione. “Infatti ad aumentare – continua Coldiretti – è anche il prezzo della pasta (+3,7%), dei piatti pronti (+2,5%), del burro (+2,5%), dei formaggi +2,4%), dello zucchero (+2,4%), degli alcolici (+2,1%) delle carni (+2%), del pesce surgelato (+4,2%) e dell’acqua (+2,6%). A pesare – spiega la Coldiretti – è il persistere della chiusura di ristoranti, bar, agriturismi e, in molte regioni, anche dei mercati rionali e degli agricoltori che moltiplicando le offerte ampliano la concorrenza aumentando le possibilità di scelta dei consumatori”.
“Una situazione aggravata dai problemi nei trasporti per le difficoltà dei camion a viaggiare a pieno carico sia all’andata che al ritorno in conseguenza del blocco di molte attività produttive, con la conseguenza che quasi sei aziende ortofrutticole su dieci (57%) sono in difficoltà secondo l’analisi Coldiretti/Ixe’ che evidenzia anche la frenata nelle esportazioni Made in Italy. La chiusura forzata del canale della ristorazione ha infatti provocato un effetto a valanga sull’agroalimentare nazionale con il valore dei mancati acquisti in cibi e bevande per la preparazione dei menu che sale a 5 miliardi per effetto del lockdown prorogato al primo giugno, secondo una stima della Coldiretti”.
“Il lungo periodo di chiusura – sottolinea Coldiretti – sta pesando su molte imprese dell’agroalimentare Made in Italy, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco e sui quali gravano anche le difficoltà all’esportazione con molti Paesi stranieri che hanno adottato le stesse misure di blocco alla ristorazione. La spesa degli italiani per pranzi, cene, aperitivi e colazioni fuori casa prima dell’emergenza coronavirus – conclude la Coldiretti – era pari al 35% del totale dei consumi alimentari degli italiani per un valore di 85 miliardi di euro all’anno”.