Quel giorno è infine arrivato. Oggi, mercoledì 26 giugno 2024, cala il sipario su ICQ, da molti definito come il software che alla fine degli anni Novanta ha tracciato uno dei trend più importanti dell’internet odierno, ovvero quello dei servizi di messaggistica istantanea. Lanciato nel 1996 dalla società israeliana Mirabilis, il programma permetteva ai primi utenti del web di comunicare tra di loro online, ma anche via SMS, attraverso un codice identificativo personale.
ICQ e l’internet delle origini
Oggi si parla molto di super app, sul modello della cinese WeChat. Alla fine degli anni Novanta ICQ non era certamente nulla di paragonabile, ma sulla piattaforma gli utenti potevano chattare e pure condividere file e svagarsi con mini-giochi. Pochi anni dopo la nascita, il software è passato di mano, con l’acquisizione da parte dell’americana AOL per più di 400 milioni di dollari.
La scelta del nome – ICQ – non è casuale: dall’inglese “I seek you” è un inno alla connessione tra persone. Nel 2004 ha toccato i 300 milioni di download, cinque anni prima che venisse fondata WhatsApp per un riferimento temporale. Per molti la fine di questa applicazione rappresenta una notizia triste, perché chiude uno dei capitoli dell’internet 1.0.
Una delle ragioni del successo di ICQ è stata la sua accessibilità per il pubblico di early adopter. Il mercato della messaggistica istantanea si sarebbe poi arricchito molto velocemente con l’arrivo di soggetti come Yahoo e Microsoft. Nel 2010 AOL ha deciso di vendere il software all’azienda russa Mail.ru per meno di 190 milioni di dollari.