Chi ama girare il mondo avrà sicuramente avuto a che fare con i disturbi da jet lag. Ci sono però dei piccoli accorgimenti per limitare i fastidi e, in qualche caso, c’entra la tecnologia
Girare in lungo e in largo il mondo può avere degli effetti collaterali, anche se nella maggior parte dei casi ne vale la pena. Chi si muove da un fuso orario all’altro con lunghi voli può soffrire dei classici fastidi da jet lag che vanno dal giramento di testa all’affaticamento. Un esperto di disturbi del sonno all’università di Stanford, Jamie Zeitzer, ha risposto alle domande di The Verge su come combattere il tipico stress del viaggiatore. Qualche consiglio che può tornare utile in vista delle vacanze estive.
Un’app per adattarsi al fuso orario
Innanzitutto bisogna tener presente che i ritmi biologici di ciascuna persona si regolano in base al cosiddetto orologio circadiano. Molto incide la luce, perché l’alternanza giorno-notte definisce i tempi del sonno. Ci sono persone che riescono ad adattarsi in maniera abbastanza veloce ai cambiamenti perché hanno meno difficoltà ad addormentarsi. Inoltre, viaggiare da est a ovest rende più semplice gestire il jet lag. Una mano la può dare comunque un’applicazione, Entrain, creata da un ricercatore dell’università del Michigan. Attraverso l’app si possono consultare una serie di programmi per adattarsi al nuovo fuso orario in base alle proprie abitudini.
Melatonina e pennichelle preventive
Un paragrafo a parte merita l’incidenza dell’alimentazione nell’adattamento ai cambiamenti di orario. Alcuni usano la melatonina che ha due principali effetti: il primo è quello di cambiare il ritmo circadiano, il secondo è quello di fungere da leggero sonnifero durante le ore di luce. Questa sostanza non è però regolamentata dall’agenzia del farmaco statunitense dato che si tratta di un ormone naturale e per questo la raccomandazione di Zeitzer è di fare attenzione a non esagerare nell’assunzione. C’è poi chi cerca di prevenire i fastidi con delle pennichelle fuori orario. Ma non sempre è facile forzare il corpo a dormire quando non si ha sonno.
Cellulari e pc prima di dormire
Per passare il tempo quando non si riesce a prendere sonno, la tentazione è quella di stare attaccati a cellulare e pc fino a che non sopraggiunga la stanchezza. Il problema che spesso viene evidenziato è che la luce blu degli schermi stimola il cervello di più di altre luci. Secondo l’esperto, però, la quantità di luce emessa da un computer o da un e-reader non ha grandi effetti sulle funzioni cerebrali e sul bisogno di dormire. In altre parole, se leggere un libro ti concilia il sonno, un e-reader non farà molta differenza.