Proprio vero che la vita è fatta a scale: c’è chi le scende, chi le sale e chi… usa quattro gambe
Da tempo non capitava di divertirci così, in redazione, davanti a un videogioco. Hoplegs, della piccola software house svedese WhyKev (del collettivo di studi indie Aurora Punks), al suo secondo titolo, è un gioco davvero fuori di testa. Anzi, di gambe.
Saltellando come matti in Hoplegs
In Hoplegs si controllano esseri parecchio buffi, che sembrano più scatoloni per il trasloco che non eroi videoludici. Sono infatti dei quadrati, dei quadrati con il volto. Ma la loro vera peculiarità è che su ciascun lato (quattro) hanno una gamba diversa.
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Il risultato è un titolo delirante, che poggia pienamente (per così dire, vista l’instabilità del protagonista) su di un sistema di controllo altrettanto stralunato: ogni gamba, infatti, è controllata da un pulsante diverso del controller. Se siete confusi ne avete ben donde: le prime partite a Hoplegs sono semplicemente infernali, visto che ci butta a capofitto in livelli platform anche piuttosto sfidanti dovendo però fare il callo con un sistema di controllo che non ha eguali.
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Anche perché la conformazione degli stage è tale da costringere il nostro povero eroe a una serie infinita di carambole e rimbalzi sulle varie superfici: starà poi alla nostra tempestività riuscire a pigiare il tasto giusto al momento giusto per superare un ostacolo apparentemente insormontabile.
I livelli diventeranno subito belli tosti e chiederanno una coordinazione oculo-manuale davvero insolita, visto il sistema di controllo inedito: tra rampe, pulsanti, piattaforme basculanti, scivoli, potrebbe venirvi spesso voglia di scagliare il Nintendo Switch dalla finestra, ma il trucco è riniziare il livello immediatamente, appena si capisce che il salto non basterà a farci superare l’ostacolo, così da riprovare una-dieci-cento-mille volte senza perdere troppo tempo. E magari pure la pazienza.
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Inutile dire quanto possa essere divertente mettersi alla prova con Hoplegs, soprattutto se gli amici ci stanno guardando. Ma perché limitarsi a guardare quando si può affrontare l’avventura in cooperativa (ma si finisce più per darsi fastidio) o duellare in una sorta di picchiaduro in cui lo scopo è essere gli ultimi a restare in piedi… sì, insomma, in equilibrio su una gamba. Completa l’offerta la possibilità di costruirsi i propri livelli e giocare a quelli fatti dagli altri, in un editor che non ha nulla da invidiare a quel colosso di Super Mario Maker 2.
