Lo studio di sviluppo di Robert Tatnell debutta nel mondo dei videogiochi con un titolo che, per certi versi, riesce perfino a surclassare Nintendo
Non è facile ricreare il concept di un gioco che pure, almeno all’apparenza, non presenta obiettivi ludici come Animal Crossing di Nintendo. Non è affatto facile perché concedere ai giocatori totale libertà d’azione è sempre più difficile che guidarli lungo un sentiero ben stabilito e forse potremmo pure discutere se la stessa Casa di Kyoto, con l’ultimo – fortunatissimo – episodio (Animal Crossing: New Horizons per Nintendo Switch) sia riuscita a restare fedele a se stessa, dato che la possibilità di plasmare l’isola come vuole il giocatore, agghindandola con una serie di oggetti stranissimi e la successiva aggiunta (compresa nell’ultimo aggiornamento) di poter modificare perfino le case degli animaletti ha via via eroso la centralità dei nostri buffi concittadini, mettendo al centro della scena la possibilità di creare quelli che a tutti gli effetti sembrano dei luna park un po’ kitsch, set per il cinema che, per quanto belli e accurati, non hanno più la magia dei primissimi episodi. Ma questa, naturalmente, è solo l’opinione di chi scrive, perché Animal Crossing: New Horizons è stato un successo incredibile in termini di vendite, segno che la strada intrapresa dagli sviluppatori all’utenza piace eccome. Da qui, probabilmente, le invidie di chi gioca su PC, PlayStation e Xbox, che vorrebbero tanto un Animal Crossing tutto loro… e ora ce l’hanno: Hokko Life!
Benvenuti in Hokko Life
Sviluppato da una piccolissima startup innovativa di Stoccolma, WonderScope, della quale è perfino impossibile reperire informazioni significative se non che sia guidata dallo sviluppatore solitario, mezzo svedese mezzo inglese, Robert Tatnell, Hokko Life è uno di quei titoli straripanti amore e passione. Come abbia fatto infatti una singola persona a fare tutto ciò, è impossibile anche solo immaginarlo.
Leggi anche: Cozy Grove, un Animal Crossing à la Tim Burton
Basta insomma questo per perdonare al buon Robert una lunga serie di imprecisioni e difetti (che non mancheremo comunque di evidenziare) che potrebbero far storcere il naso agli utenti più pretenziosi. Perché Hokko Life effettivamente non è il massimo sul fronte tecnico, sia per la caratterizzazione degli animaletti che animano il paesaggio (con quei capoccioni sovradimensionati rispetto al corpo, complici anche gli occhi vitrei, somigliano tutti alle mascotte dei parchi divertimento, col risultato che, più che amichevoli, paiono inquietanti, specie quando iniziano a seguirvi), sia per le animazioni raffazzonate (il retino si muove totalmente a caso, tanto che non riesce ad acciuffare insetti che sono nella sua traiettoria mentre agguanta altri fuori portata, rendendo la caccia estremamente aleatoria finché non si scopre che pasta sovrapporsi alla preda e premere il tasto azione per catturarla). Non dimentichiamo, poi, le compenetrazioni poligonali tutt’altro che ottimali.
Leggi anche: Haven Park, recensione. Animal Crossing va in campeggio
Ma, lo ricordiamo: Hokko Life è un titolo sviluppato in solitaria, che certo non dispone nemmeno del budget che ha messo sul piatto Nintendo per il suo Animal Crossing. Eppure, come vi anticipavamo poc’anzi, fin nel catenaccio di questa nostra recensione, in alcuni punti surclassa persino la sua fonte d’ispirazione. Scettici e curiosi, vero? Dovrete ricredervi, ma anche aspettare, perché prima bisogna chiudere con le ultime critiche.
Leggi anche: Racoonie: una startup italiana sogna il matrimonio tra Zelda e Animal Crossing
Le cose da migliorare in Hokko Life
Un altro aspetto da migliorare è senz’altro la localizzazione: anche gli animaletti dell’isoletta Nintendo ripetono troppo spesso le stesse cose, rovinando parzialmente la magia (sì, lo sappiamo che andrete sul prato per provare a parlare con gli insetti e che l’aria fresca vi mette allegria…), ma almeno si esprimono alla perfezione e non come se fossero stati tradotti con Google Translate.
Altra cosa che non ci è piaciuta è che il tempo, reale protagonista di Animal Crossing, qui non scorra come quello reale: una giornata dura una decina di minuti e coricandosi a letto è possibile passare alla successiva. Allo stesso modo, il calendario è affine a quello degli Harvest Moon: non esistono i mesi ma soltanto le stagioni, il che accorcia enormemente l’anno solare.
Leggi anche: Castaway Paradise, su Switch la sfida all’isola di Animal Crossing
A proposito delle stagioni, terminiamo la rassegna dei difetti sottolineando quanto sia reso male l’inverno, dove semplicemente le texture si tingono di bianco regalando più l’impressione di giocare a una versione monocromatica di Hokko Life che non di scarpinare nella neve.
Dove Hokko Life supera Animal Crossing…
Via il dente, via il dolore. Perché concluso l’elenco dei difetti, come promesso dobbiamo dirvi ciò che ci è davvero piaciuto di Hokko Life. Anzitutto, la possibilità di arredare casa offre più opzioni di Animal Crossing, permettendo perfino di stabilire l’inclinazione dei mobili (questo è utile soprattutto con le sedie e con le suppellettili).
Abbiamo apprezzato pure che la conformazione delle stanze rispecchi, se non per ampiezza almeno per struttura, gli esterni delle casette (se ci fate caso, in Animal Crossing porte e finestre, all’interno, non combaciano rispetto al modello esterno della casa). Secondariamente, l’editor per costruire il mobilio è a dir poco meraviglioso, di fatto un programma a se stante, che permette di decidere come piazzare ogni singolo componente, se inclinare alcune parti, arricchirne con fregi e adesivi altre, colorarne alcune in un modo e il resto in un altro…
Leggi anche: Harvest Moon One World: la fattoria diventa portatile
Da questo punto di vista è impossibile che due giocatori posseggano gli stessi oggetti d’arredo, perché le opzioni sono infinite. Volete creare una sedia con due sole gambe, magari pure storte? Nessuno ve lo vieta. Volete ricreare nel gioco il Nintendo Switch? Se siete abili col bricolage, ci riuscirete.
Hokko Life è l’Animal Crossing atteso da chi non ha la Switch?
Tale possibilità permette non solo di personalizzare gli interni, ma pure gli esterni, più e meglio di quanto non accada in Animal Crossing. E naturalmente è legata a un crafting più maturo rispetto a quello introdotto con l’episodio per Switch, che presenta molte più materie prime da raccogliere (tante tipologie di minerali e perfino i petali dei fiori per avere i colori). Insomma, lo possiamo dire: non sarà perfetto, ma chi gioca su PC, PlayStation e Xbox ha finalmente un suo Animal Crossing. Quantomeno l’opera che gli si avvicina di più.
Non chi gioca su Switch, però, che può contare sull’originale, così ingombrante da non lasciare spazio sulla scena ad altri competitor. La versione per l’ibrida Nintendo, poi, non è ottimizzata alla perfezione: i caricamenti sono lunghissimi e il frame rate è ballerino. Tutti gli altri gamer, però, procedano pure all’acquisto senza troppi dubbi: Hokko Life è davvero delizioso.