Un curioso mix tra più generi dei videogiochi: adventure e punta e clicca, che riesce a sorprendere, anche se non tutto è perfetto
C’è dentro senz’altro un po’ di Uncharted e persino un po’ di The Legend of Zelda, in questo curiosissimo adventure game zeppo di rompicapi che arriva dal Brasile. Ma i ragazzi della software house indipendente Coffee Addict Studio sembrano essersi ispirati soprattutto a qualcosa che non arriva dal mondo videoludico, bensì dei fumetti: Tintin. Oltre a essere un “pel di carota” dal ciuffo perennemente ribelle, esattamente come il giovane – e saccente – investigatore belga, anche l’eroe di Hazel Sky sa il fatto suo e riesce a cavarsela con la sola forza del proprio ingegno in un mondo che, a modo suo, profuma fortemente di Belle Époque e di esplorazioni avventurose da fine Ottocento.
Hazel Sky: osserva, raccogli, ragiona… salta?!
In realtà, dal punto di vista meramente ludico, Hazel Sky è un titolo piuttosto anomalo, che prova a fondere, senza riuscirci mai in modo convincente (lo premettiamo) due generi: il punta e clicca con l’avventura. Si gira infatti per ambientazioni, più o meno raccolte, passandole al setaccio e raccogliendo di tutto, il più delle volte senza avere la minima idea di come potrebbero servire le cianfrusaglie messe da parte. E fin qui, potrebbe essere un tradizionale punta e clicca, magari in prima persona, con visuale statica.
Invece Hazel Sky propone un approccio assai dinamico, con un protagonista sempre presente su schermo che può spostare oggetti, tirare leve, saltare e compiere alcune azioni differenti a seconda della situazione. E lì entrano in gioco le anime Uncharted e, per certi versi, The Legend of Zelda di questa opera così curiosa, che addirittura fin dalle prime battute permette di mettere le mani su una chitarra utile per risolvere alcuni enigmi ma anche per passare il tempo così, strimpellando, come accadeva in Ocarina of Time (in quel caso lo strumento era ovviamente l’ocarina) o per rimanere più aderenti, in The Last of Us 2 (a proposito, letta la nostra recensione?).
Gli enigmi non sono mai complessi, anche se, quando le ambientazioni si fanno più grosse, può capitare che sfugga qualcosa e occorra allora girovagare alla ricerca dell’oggetto da raccogliere. Generalmente, però, basta raccogliere tutto e adocchiare i punti di interesse per avere già dietro tutti gli oggetti che servono quando, di lì a poco, verrete bloccati da un rompicapo. E qui Hazel Sky, purtroppo, cigola un pochino, perché le due anime – punta e clicca e adventure – non riescono a coesistere con pari dignità.
Sul primo fronte non ci sono problemi: gli indovinelli sono carucci, risolverli è galvanizzante, ma sull’altro versante si addensa qualche nuvola nera di troppo. L’eroe infatti è eccessivamente lento e legnoso, trascinarlo in giro è un’operazione noiosa, il più delle volte impalla con la sua figura la presenza di oggetti che possono essere raccolti o, ancora peggio, vi farà ripetere un’operazione (come una serie di salti o spostare una cassa o un oggetto da un punto all’altro), solo perché il sistema di controllo non è pulito come ci si aspetterebbe.
L’impressione è che i ragazzi del team brasiliano abbiano voluto fare il passo più lungo della gamba aggiungendo all’intelaiatura, soddisfacente e ben rifinita, del punta e clicca una struttura adventure che il più delle volte risulta traballante e grezza.
Poco male, però: bisogna ricordare che abbiamo di fronte un titolo dal budget limitato. Anche perché, a dispetto della durata piuttosto effimera (tra le tre e le quattro ore, a seconda di quanto andrete in giro allontanandovi dal sentiero battuto), Hazel Sky propone un catalogo di situazioni a dir poco variegato e un buon numero di enigmi a tema “meccanico” (non mancheranno i mezzi motorizzati da riparare, di ogni foggia) che faranno sentire orgoglioso il meccanico che alberga in ciascuno di voi, soprattutto se, al pari del sottoscritto, nella vita reale avete difficoltà anche a cambiare una lampadina bruciata.