La folle saga nipponica che permette di calarsi nelle scarpe (grosse) del contadino compie 25 anni e fa i bagagli, ma non nel senso che potreste immaginare…
Ridendo e scherzando (anzi, seminando e innaffiando…), la saga di Harvest Moon è arrivata a tagliare il traguardo, ragguardevole per un videogame, del quarto di secolo. Forte dei suoi messaggi ambientalistici diramati già in tempi non sospetti (l’intera serie si fonda su un messaggio circostanziato: tornare a vivere nella natura, rispettando tempi e dinamiche stagionali), in queste due decadi e mezzo ha saputo circondarsi di una folta schiera di appassionati desiderosi di accendere la propria console per… be’, zappare la terra e allevare bestiame. E quest’ultimo episodio (ultimo solo per pochi giorni, perché a breve, ovvero il prossimo 26 marzo, sempre su Switch uscirà anche STORY OF SEASONS: Pioneers of Olive Town) per l’ammiraglia Nintendo, Harvest Moon One World, non fa eccezione…
Col trattore in tangenziale andiamo a… zappare
Sarebbe difficile contare i capitoli che compongono la saga venticinquennale di Natsume / Rising Star Games / Marvelous. Anche perché alcuni episodi sono stati ribattezzati Story of Seasons, con tanto di incursioni del mitico Doraemon, altri sono finiti rubricati come Rune Factory, che è lo spin off in cappa e spada della serie, con tanto di mostri, ambientazioni fantasy e qualche piccolo contenuto RPG. Ultimissimo, Sakuna: Of Rice and Ruin, che abbiamo recensito qualche mese fa e che butta nella ricetta perfino combattimenti da hack’n’slash.
E, come vi abbiamo detto, subito dopo Harvest Moon One World arriverà un altro capitolo della saga, a conferma di quanto sia fertile il concept su cui poggia da 25 anni: dare a tutti, soprattutto a chi non ha nemmeno mai visto un pollo o una mucca (vivi, le controparti confezionate al supermercato non contano), la possibilità di calarsi nella camicia di flanella, in jeans ruvidissimi e negli scarponi larghi del contadino. O della contadinella, perché in omaggio alla decantata parità sessuale, sono ormai diversi capitoli che la serie ha introdotto questa opzione.
I contadini erranti di Harvest Moon One World
Scegliere l’uno o l’altra non è affatto un dettaglio meramente estetico visto che lo scopo del gioco è quello di farsi una famiglia e, quindi, selezionare un possibile partner del sesso opposto tra quelli che incontrerete giocando. Peraltro, la vera novità di Harvest Moon One World riguarda il fatto che, mentre nei precedenti capitoli il mondo del gioco si limitava al borgo vicino alla vostra fattoria, qui vi sarà data l’opportunità di trasferirvi in continuazione, così da esplorare le cinque, diversissime, regioni che lo compongono. Ci aspettano peregrinazioni per la verde Calisson, la tropicale Halo Halo, la desertica Pastilla, la fertile Lebkuchen sorta alle pendici di un vulcano dormiente e perennemente ammantata dai caldi colori dell’autunno e la gelida Salmiakki.
Ciascuna ha un clima particolare, varietà vegetali autoctone (fatto non secondario, visto che all’inizio del gioco la sola coltura disponibile sarà la patata e per mettere le mani su altri semi occorrerà girare e rinvenire i folletti del raccolto…) e pure un buon numero di animali selvatici e da allevamento differenti. Ma, soprattutto, ciascuna regione è popolata da uomini e donne da corteggiare ben diversificati tra loro. Per la precisione, sono uno per regione, cinque maschi e cinque femmine da maritare, ciascuno con i propri hobby e i propri gusti, che andranno imparati a fondo per uscire vittoriosi nella difficile arte del corteggiamento.
Non bisogna certo essere videogiocatori provetti per accorgersi che il comparto grafico di Harvest Moon One World è piuttosto datato. Il gioco del resto pesa poco più di un giga e, per quanto stilisticamente bello e colorato da vedere, presenta animazioni piuttosto legnose e una grafica assai povera di dettagli, ancorata ai capitoli usciti su Nintendo 3DS.
Ma questo difficilmente sarà un problema per gli affezionati del marchio, soprattutto per tutti coloro che lo seguono da 25 anni, e che ritroveranno in Harvest Moon One World tutte le caratteristiche che hanno permesso alla serie di perdurare tanto a lungo: personaggi folli, gameplay semplice e scandito unicamente dalle stagioni (ma a differenza di Animal Crossing, non segue l’orologio della console: un giorno dura una decina di minuti) e la possibilità di giocare come si vuole, concentrandosi solo sulle cose che più divertono: dalla pesca alle gare, passando per l’esplorazione di grotte e miniere, la partecipazione alle tante feste e sagre locali fino ad arrivare, ovviamente, al corteggiamento della propria “preda” in amore.
E, a questo giro, c’è pure l’opportunità di impacchettare la propria fattoria per andare a vivere dove si vuole: sulla battigia di una spiaggia tropicale o sul cucuzzolo innevato di una montagna. I contadini sì che sono liberi…