Con oltre il 34% dei voti alle elezioni dello scorso week end, l’imprenditrice Halla Tomasdottir, 55 anni, è diventata la settima presidente del Paese, succedendo a Guðni Thorlacius Jóhannesson. L’affluenza ha sfiorato l’80%, risultando essere la tornata più partecipata dal 1996. Si tratta di una vittoria che ha sorpreso esperti e opinione pubblica, dal momento che fino a poche settimane fa l’esito sembrava essere sbilanciato a favore dell’ex prima ministra Katrín Jakobsdóttir, che si era dimessa proprio per correre alle presidenziali.
La storia di Halla Tomasdottir
Già presidente della Camera del Commercio islandese, Halla Tomasdottir è nota per aver lanciato nel 2007 Audur Capital, società di investimenti che ha l’obiettivo di «incorporare i valori femminili nella finanza», come si legge nel company profile. Fino a quando ha vinto le elezioni presidenziali in Islanda, è stata la Ceo di The B Team, gruppo internazionale impegnato nello sviluppo di nuove forme di leadership.
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«Da tempo cerco di ispirare e responsabilizzare i leader affinché abbraccino una leadership orientata allo scopo, equilibrata dal punto di vista del genere e basata sui principi – scrive su LinkedIn -. Ho perseguito con passione questo obiettivo come leader aziendale in America con M&M e Pepsi Cola, come prima donna Ceo della Camera di commercio islandese e come direttore esecutivo e non esecutivo di varie aziende». La neo presidente si era già candidata per diventare presidente dell’Islanda nel 2016, ma era stata sconfitta da Jóhannesson, eletto per due mandati.