Da Tequila Works un titolo non perfetto, ma che fa pensare
Il mondo dei videogiochi affronta da parecchio tempo questioni delicate e urgenti. La salute mentale e l’elaborazione del lutto sono soltanto alcuni dei temi toccati nella galassia degli indie, dove a un gameplay coinvolgente si uniscono momenti di riflessione da parte del gamer, costretto a soffermarsi su snodi della trama, dialoghi e scene toccanti. Sviluppato da Tequila Works, software house parte del gigante cinese Tencent, GYLT è un titolo che ha fatto la sua prima comparsa su Stadia nel 2019 e, dopo alcuni anni, è finalmente pronto per le console di casa Microsoft e Sony.
GYLT è un gioco che affronta nello specifico il tema del bullismo e della sopraffazione che molti bambini e bambini, ragazzi e ragazze patiscono durante gli anni della scuola e dell’adolescenza. Il titolo parte con il classico e imprescindibile messaggio: non si vuole mettere banalmente in scena una storia. Chi sta vivendo un momento di difficoltà deve poter chiedere aiuto. Tutti noi speriamo lo faccia per il bene suo e dei suoi cari.
La storia di GYTL parte da una scomparsa. Una bambina, Emily, ha fatto perdere le sue tracce da settimane e in città è pieno di fogli appiccicati ai muri con il suo volto stampato sopra e l’angosciante richiesta di avvisare la famiglia nel caso qualcuno l’abbia vista. Noi siamo Sally, la cugina di 11 anni, impegnata in un malinconico volantinaggio. I primi istanti di gioco fungono da tutorial di un titolo horror in cui la componente stealth è preponderante.
Lasciando stare gli elementi della trama che è giusto scoprire vivendo il titolo, GYLT è anzitutto un videogioco che vuole essere accessibile senza spaventare. Non che non si vivano situazioni di tensione. Scappando dal solito gruppetto di bulli vigliacchi, Sally sale su una funivia che lei spera la riporti a casa. Tornata però al suo paese tutto è come se fosse stato devastato da un terremoto.
Sally scopre di essere finita in un mondo parallelo, una sorta di sottosopra popolato da terribili creature che sarà bene non attirare. GYLT si snoda di missione in missione, raccogliendo oggetti come chiavi che serviranno a procedere nella storia. Se avete giocato alla serie Little Nightmare potreste trovare alcune similitudini, anche se dobbiamo ammettere che GYLT è un horror molto all’acqua di rose.
Nel complesso l’esperienza videoludica è discreta, con un valido doppiaggio in italiano e cambi di inquadratura che aiutano a rendere dinamica l’azione. Purtroppo la storia e i temi più delicati non vengono esplosi come ci si aspetterebbe, lasciando la sensazione che GYLT avrebbe potuto giocarsi carte migliori. GYLT non è un videogioco difficile, soprattutto perché l’AI dei nemici lascia molto a desiderare. Sgattaiolare alle spalle di un mostro è più facile di quanto si creda. A livello di ambientazione siamo comunque in un titolo dalla grafica arcade convincente, fitta di mistero.