Tutto quello che questo weekend vi impedirà di uscire e immergervi in attività sociali o all’aria aperta
Guacamelee! 2 – PC, PS4
Finalmente è arrivato! Chi sentiva che qualcosa era venuto a mancare nella sua vita dopo aver finito il primo Guacamelee, come anche chi non ne sa niente, finalmente ha un nuovo scopo per svegliarsi la mattina. È uscito il sequel del gioco di Drinkbox, un 2D a scorrimento che dimostra come il genere non debba vivere di sola nostalgia, ma possa liberarsene in fretta ed essere moderno con un gameplay classico ma rinnovato così tanto da non sembrarlo. Lottatori messicani in un universo narrativo messicano e una palette di colori tra il verde sparato, fucsia, blu e giallo. LSD indotta da tacos. Come tutti i giochi in 2D moderni quindi, anche Guacamelee! 2 è visivamente fantastico e il combattimento è adeguatamente sofisticato.
La storia (ma davvero importa?) è sempre quella del nostro lottatore messicano preferito (dopo Ray Mysterio) che deve affrontare la possibile fine del suo universo messicano e si allea con i nemici dell’avventura precedente. In buona sostanza sono dieci ore ad una giocabilità altissima, con il solito umorismo che non perde di corda e anche una serie di side quest notevoli, nonché tutta un’avventura parallela da vivere nei panni del pollo (contro gli illuminati) che valgono il prezzo esiguo.
I metroidvania sono il mantra della parte indipendente dell’industria videoludica (i videogiochi a scorrimento 2D con mappe sbloccabili per gradi come Metroid e dal gameplay che si poggia sulle base di Castlevania), ma Guacamelee è un po’ oltre. L’impressione è che questa forma gli venga dalla sacrosanta voglia di incassare e di fare vendite, ma dentro batte un cuore che poteva diventare qualsiasi tipo di videogame. Le ragioni per le quali Guacamelee! 2 è un ottimo titolo in realtà sono come è scritto, quanto è scanzonato, la cura messa nella giocabilità e le decisioni audaci quanto la sua curva d’apprendimento (quasi subito si recuperano tutte le abilità che si potevano avere solo alla fine del gioco precedente).
The Innocents: The Beginning – NETFLIX
The Innocents è una serie per gli ultimi inguaribili romantici (categoria che notoriamente abbonda tra i lettori di StartupItalia!), e ovviamente proprio per questa ragione è una serie teen: per guardare la quale non occorre per forza essere teen ma basta abbracciarne in toto la filosofia assolutista, la fiducia incondizionata nei migliori sentimenti e la propensione a credere negli ideali più ingenui.
La premessa è già un programma: c’è una ragazza con poteri che non vuole usare i suddetti poteri e del resto non li sa usare, anche per questo si rivoltano spesso contro di lei. L’ideona è che questi poteri non sono clamorosi ma rientrano nella categoria dei “poco utili” se non proprio controproducenti: può infatti spostarsi nel corpo di un’altra persona, alle volte come scritto anche inavvertitamente. C’è ovviamente una fuga (è l’intreccio stesso della serie) e c’è un “dottore cattivo”, interpretato da Guy Pierce, le cui bieche intenzioni sono di catturare e studiare la protagonista per scoprirne il segreto. Del resto l’avevo scritto che è per gli ultimi romantici.
Il punto è che The Innocents è molto ben fatta, e a dispetto della sua cristallina innocenza (come dice il titolo) ha un tono autunnale, una fotografia desaturata e un andamento da Nord Europa (siamo tra l’Inghilterra e la Norvegia) che gridano malessere di vivere da cui uscire con l’amore. Bonus è il fatto che, come è facile capire dalle premesse, l’amore si consuma a prescindere dal corpo. La protagonista può essere giovane, come donna adulta, come anche un uomo: ma dentro è sempre lei e ad un certo punto anche chi la accompagna lo capisce.