Da una startup innovativa di Albany, in Western Australia, un platform a dir poco psichedelico
Che gli Anni ’80 fossero bellissimi e che per questo debbano essere glorificati di continuo, è una idea piuttosto recente. E che ancora non comprendiamo del tutto. Indubbiamente, le varie arti avevano ben altro fervore, sospinte anche dalla convinzione di reaganiana memoria che la crescita economica non avrebbe mai avuto fine. C’era insomma molto più ottimismo e tutto questo si avvertiva, palpabile, tanto nei film quanto nei videogame dell’epoca. E sono proprio i videogame i più strenui difensori di quella decade e Gravity Runner, sviluppato dai ragazzi di Two Dog Games, un piccolo studio indipendente di Albany, in Western Australia, è solo l’ultimo esponente di un filone che diventa sempre più ricco…
Quanto erano zarri gli Anni ’80? Gravity Runner ce lo ricorda
In Gravity Runner ci caleremo nei panni di un astronauta, in tutto e per tutto simile al nostro Stellino, mascotte dei SIOS, che, a dispetto dello scafandro che indossa, correrà e salterà a tutto spiano. Non osiamo pensare quanto sudi, in quella tuta, ma il problema dell’igiene è secondario, considerato che basta sbagliare un salto per andare incontro a morte certa.
L’aspetto caratterizzante è il fatto che tutto, dalla grafica alla direzione artistica, passando ovviamente per le musiche synthwave (genere che si rifà alle colonne sonore anni ottanta e alla musica per videogiochi) rimanda appunto agli anni in cui debuttarono Ghostbusters, Blues Brothers e la disco music.
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Stilisticamente, Gravity Runner è certamente un bel vedere, se non fosse che mette a dura prova gli occhi: colori sgargianti, tonalità acide, piattaforme in movimento… difficile, pad alla mano, reggere a lungo. Ancora più difficile non vomitare se si guarda un amico giocare.
Ma, a parte questi piccoli inconvenienti, è sicuramente un platform peculiare, un endless runner in 3D che riesce a dire la sua e a farsi ricordare, nonostante il genere di appartenenza sia sempre più inflazionato e il novero di titoli che si rifanno agli Anni ’80 continui a crescere, giorno dopo giorno.