Nasce a Cagliari la prima piattaforma europea per il glamping: ecco come prenotare i campeggi più esclusivi, immersi nella natura, in un mix tra comfort e lusso
Se quest’estate volete trascorrere una vacanza a stretto contatto con la natura, senza rinunciare però a tutti i comfort necessari a un vero relax, la soluzione è il “glamping”, dall’unione di “glamour” e “camping”, ovvero la nuova tendenza del campeggio di lusso. Location esclusive e ben attrezzate, immerse nel verde. Come trovarle? A Cagliari è nata Glambnb, la prima piattaforma europea dedicata interamente al glamping: incentiva e facilita la creazione di nuove strutture, raccoglie quelle esistenti e dà la possibilità al turista di trovare e prenotare il campeggio preferito. A raccontare la storia della neonata startup sono il Ceo Fabio Zicarelli, laureato in giurisprudenza e specializzato in diritto d’impresa, e il Cmo Matteo Lombardini, una laurea in economia e due anni di esperienza nel mondo del turismo.
L’intervista
Da quante persone è composto il team di Glambnb?
Siamo 4 soci fondatori: oltre a noi due, ci sono Marcella Palmas, responsabile della parte tecnica e del graphic design, laureata in architettura ed esperta di soluzioni green, e Sara Valdes, che è la nostra social media e content manager, laureata in beni culturali e specializzata nella creazione di percorsi esperienziali in grado di appassionare il turista. Da qualche mese si è unito al team anche Gabriele Concas, all’ultimo anno di informatica, sviluppatore della startup.
Quando avete avuto l’idea di Glambnb?
La startup è nata all’interno del Contamination Lab di Cagliari, dove ci siamo incontrati e abbiamo scoperto che le nostre competenze erano assolutamente complementari. Puntare sul glamping è stato una naturale conseguenza della nostra comune passione per un turismo a misura d’uomo, in grado di far riscoprire la bellezza della natura e di valorizzare il viaggio come occasione per staccare la spina e riscoprire se stessi.
Quali sono stati i passi principali compiuti finora?
Pur essendo nati solamente sei mesi fa, siamo già riusciti a sviluppare un prototipo funzionante, con una piattaforma in cui i turisti possono trovare i glamping più esclusivi d’Europa, da noi selezionati. A fine marzo siamo arrivati terzi alla finale del Contamination Lab, dopo un percorso che ci ha permesso di crescere tantissimo e che ci ha fatto innamorare del mondo delle startup. Ad oggi abbiamo ricevuto un primo premio in denaro, che ci permetterà di testare in maniera più efficace il nostro prodotto. La risposta del mercato è stata molto positiva e, mentre lavoriamo per migliorare la piattaforma, non smettiamo di stringere accordi con le strutture da sponsorizzare. Ciò che ci ha fatto più piacere è, senza dubbio, l’entusiasmo che ci hanno mostrato i primi clienti, alcuni dei quali alla prima esperienza di campeggio.
I vostri progetti per il futuro?
Innanzitutto stiamo lavorando per costituirci come società. A breve lanceremo la nuova versione del sito, che automatizzerà il procedimento di prenotazione, e inseriremo tante nuove strutture. Ma l’obiettivo più importante su cui stiamo lavorando è la creazione di nuovi glamping targati Glambnb, che rispecchino in pieno il nostro ideale di vacanza esperienziale, pensata per immergersi completamente nella natura, poter ammirare il cielo stellato e disconnettersi completamente dalla vita quotidiana, nella privacy e nel relax più totale. Vogliamo rendere il campeggio accessibile a chiunque, anche alle persone che non vogliono o non possono rinunciare alla comodità di un letto confortevole o di un bagno privato o che, semplicemente, vogliono viaggiare leggere, garantendo loro sempre e comunque un’assoluta privacy e uno scenario naturale incontaminato.
Su quale modello di business vi basate?
Il nostro modello di business è molto semplice: prendiamo una percentuale del 15-20% sul valore di ogni prenotazione. In cambio offriamo tutti gli strumenti necessari alla gestione del glamping e ci facciamo carico di tutte le spese di marketing necessarie ad assicurare la costante occupazione delle strutture.
Quanto è stato difficile fare startup in Italia? Come vi siete organizzati?
Sicuramente è una bella sfida. Abbiamo capito da subito quanto sia importante armarsi di pazienza e mantenere uno spirito sempre positivo.
La burocrazia è un notevole costo da tenere a mente e, soprattutto quando si sceglie di puntare sul settore turistico, si rischia di affogare in un mare di autorizzazioni. Quello dei finanziamenti è un altro grosso ostacolo che, però, vogliamo assolutamente superare. Certo, in pochi mesi abbiamo conosciuto tantissimi giovani con idee e startup fantastiche, che sicuramente in un altro Paese avrebbero avuto molta più fortuna. Probabilmente in Italia non si è ancora capito il ruolo fondamentale che le startup giocano nella sfida all’innovazione, che premierà i Paesi che avranno portato avanti delle politiche strutturali, non essendo sufficienti l’enorme passione e lo sconfinato talento di tanti sognatori che provano, ogni giorno, a migliorare il mondo in cui vivono.