L’osservatorio dedicato al monitoraggio degli stili di vita, delle opinioni dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni ha puntato gli occhi su un fenomeno sempre più diffuso tra i giovani e i giovanissimi
Sono maschi, principalmente delle regioni del Sud e del Centro Italia, frequentano istituti tecnici o professionali con bassi rendimenti scolastici e con genitori che hanno anch’essi l’abitudine al gioco. Ecco chi si nasconde davanti alle macchinette o sul bancone di un bar a strofinare il talloncino grigio del gratta e vinci. Nomisma, la nota società di studi economici con il supporto del Gruppo Unipol e in collaborazione con l’Università di Bologna ha creato Young Millennials Monitor, un osservatorio dedicato al monitoraggio degli stili di vita, delle opinioni dei giovani tra i 14 e i 19 anni. Il primo focus ha puntato gli occhi proprio su un fenomeno sempre più diffuso tra i giovani e i giovanissimi: il gioco d’azzardo. I ricercatori, guidati da Silvia Zucconi, responsabile dell’osservatorio, hanno preso in esame un campione di circa 11 mila ragazzi. I risultati sono sorprendenti.
Nel 2016 il 49% degli studenti ha tentato la fortuna almeno una volta, rispetto al 54% dell’anno precedente. L’ondata di questa “malattia” sembra non arrestarsi
La propensione al gioco
La propensione al gioco non è uniforme e varia in modo marcato per tipologia, genere e contesto sociale e famigliare. Sono più i maschi (59%) rispetto alle ragazze (38%) ad avvicinarsi all’azzardo e se al Nord sono “solo” il 42% dei ragazzi a giocare al Sud si arriva al 53%. A tentare la fortuna sono soprattutto gli studenti dei tecnici (58%), a seguire quelli dei professionali (52%) ma anche nei licei (42%) c’è chi non si tira indietro di fronte alla tentazione. Interessante osservare che l’interesse per il gioco d’azzardo è spesso legato alle competenze necessarie a valutare la possibilità di vincita. Detta in altre parole chi ci capisce qualcosa in più di matematica sta un po’ più lontano da macchinette e Gratta e Vinci.
Gioco e stili di consumo
Anche la connessione tra gioco e stili di consumo è rilevante: la quota di giocatori sale nel caso di consumo frequente di energy drink (63%), super alcolici (60%) e sigarette (57%). Purtroppo il 17% degli studenti delle scuole secondarie inferiori è frequent player, ha giocato una volta a settimana o anche di più. Tuttavia il gioco, nella maggior parte dei casi, è un passatempo occasionale.
Lo sperimentare è il primo elemento di attrazione
Ma perché i nostri ragazzi si appassionano ad un’attività che nell’immaginario collettivo è roba da sessantenni che passano la mattinata al bar?
«La ricerca – spiega Silvia Zucconi – ha osservato tutti i vari aspetti che portano i giovani a giocare. Lo fanno per curiosità, soprattutto. Lo sperimentare è il primo elemento di attrazione. La speranza di vincere soldi esiste ma non è la cosa principale. I ragazzi hanno chiaro che giocare non è necessariamente una modalità per guadagnare. E’ un misto di fattori: la curiosità, il divertimento, il caso. Lo fanno con gli amici. Giocano soprattutto i ragazzi che hanno i genitori che sono altrettanto vittime di questa dipendenza. Il contesto socio famigliare è importante».
Osservando i dati il 21% gioca, appunto, per curiosità; il 20% per caso e il 18% per divertirsi. Solo il 5% lo fa perché ha bisogno di soldi. Resta però chiaro per il 32% del campione che si rischia di perdere denaro. Il 12% sa anche che crea dipendenza ma allo stesso modo c’è chi spera di vincere e portare a casa il tesoro.
5 tipi di gioco sperimentati
A cosa giocano i nostri giovani? Cosa avete esaminato?
«Abbiamo analizzato tutte le tipologie di gioco dal Gratta e Vinci che è quello più attrattivo per i ragazzi, alle scommesse online, alle macchinette, al Lotto e Superenalotto. Emerge una perdita di appeal dei giochi tradizionali (Superenalotto e Lotto) ma la maggior parte dei ragazzi ne ha sperimentato più di uno».
A guardare bene i numeri si scopre che l’11% ha persino provato 5 tipologie di gioco.
Quanto la tecnologia ha spianato la strada al gioco d’azzardo?
«L’uso della Rete è un motivo che avvicina i giovani al gioco. Quello più diffuso è il Gratta e Vinci ma subito dopo vengono le scommesse sportive online. La digitalizzazione del gioco ha avvicinato i ragazzi che sono iper connessi. Accanto alla liberalizzazione del gioco la crescita di quello online è uno degli altri fattori che pesano e determinano l’incremento della raccolta che interessa anche altre fasce della popolazione».
Ampio accesso dei minorenni al gioco d’azzardo
Secondo la ricerca uno dei problemi maggiori è l’ampio accesso dei minorenni al gioco d’azzardo: il 47% ha giocato nel 2016 in almeno un’occasione. Seppur vi sia consapevolezza che si possa tutto trasformare in una dipendenza occorre rafforzare ulteriormente le iniziative di sensibilizzazione. Purtroppo spesso gli adolescenti entrano in contatto con questa realtà proprio a causa della famiglia. Tra i fattori sentinella di una tendenza al gioco problematica va ricordato che c’è lo stato di malessere fisico o mentale, riconoscibile sia tramite esternazioni dirette del ragazzo, che tramite comportamenti piò o meno facilmente indagabili, ad esempio l’abuso di sostanze o anche un uso di alcune classi di farmaci eccessivamente frequente. Resta da alzare la soglia d’attenzione e mettere in campo la scuola e tutti gli altri soggetti educativi per fermare questa deriva tutta italiana.