Vi risvegliate in un manicomio, armati di coltello. Cosa fate?
Dopo aver incuriosito non pochi fra noi, Forgive Me Father torna con un secondo episodio. Sviluppato dalla software house indie polacca Byte Barrel, abbiamo testato il videogioco su Steam, riassaporando quella sensazione di un FPS con nemici bidimensionali, sottili come fogli di cellulosa. Forgive Me Father 2 mantiene l’impostazione grafica e di gameplay del primo episodio e, lo anticipiamo, non richiede in alcun modo un’esperienza pregressa. Il titolo può ritenersi senz’altro autonomo, dal momento che sono gli scontri all’arma bianca o con bocche di fuoco a farla da padroni.
Avviare Forgive Me Father 2 richiede anzitutto la selezione della difficoltà con cui si desidera affrontare la discesa agli inferi. L’universo narrativo di riferimento rimane quello solido e apparentemente senza fondo di Lovecraft, l’autore americano che ha ispirato non pochi videogiochi. Il titolo parte senza preamboli, con un risveglio all’interno di quello che ha tutte le sembianze di un manicomio.
Su Steam non abbiamo riscontrato grossi problemi di frame rate e il titolo mantiene stabile una certa fluidità, necessaria in scontri che, lo vedremo tra un attimo, hanno un’impronta non così fisica. I primi nemici compariranno rompendo un silenzio spettrale, piombandovi addosso. Armati di coltello si ha giusto il tempo di affettarli. L’effetto degli scontri corpo a corpo non è dei migliori, ma questo è l’inevitabile frutto della scelta artistica di proporre avversari dalla struttura simile a quella di un cartonato. Migliora invece con le bocche di fuoco, che dalla distanza riescono a iniettare la giusta dose di adrenalina richiesta in un FPS.
Gli sprite dei nemici sono uno degli elementi grafici meglio riusciti. I disegni sono macabri e ciascuno ha particolarità estetiche agghiaccianti. Non male l’effetto splatter quando riusciamo a uccidere qualcuno: gli sviluppatori non hanno risparmiato sul sangue. Forgive Me Father 2 è un’avventura frenetica, stanza dopo stanza, un corridoio dopo l’altro con il muso sempre rivolto al prossimo obiettivo.
Non male neanche l’audio design, che riesce a rendere l’atmosfera angosciante, controbilanciando la bidimensionalità dei nemici, a cui francamente ci si abitua alla svelta senza esserne più intimoriti. Un titolo indie che ha senz’altro avuto il coraggio di una scelta artistica e l’ha mantenuta fino alla fine.