Il progetto open source di due studenti tedeschi vuole risolvere il problema dei costi di produzione della carne e degli allevamenti intensivi. Tuttavia solleva alcuni dubbi: chi mangerebbe una fettina stampata in 3D?
Trovare nuove soluzioni alla produzione di alimenti per soddisfare i bisogni di una popolazione mondiale in continuo aumento e con una quantità di risorse a disposizione sempre più limitata. Con questo obiettivo si sono sviluppati progetti, talvolta molto curiosi, di creazione del cibo: dalla pasta stampata in 3D, alle uova 2.0 passando per l’hamburger impossibile.
Queste tecnologie, per quanto interessanti e potenzialmente rivoluzionarie, non sono mai state pensate per essere utilizzate direttamente dai consumatori. Ed è proprio da qui che sono partiti due studenti tedeschi nel progettare un prototipo di stampante 3D che potesse stare sui pensili di qualunque cucina e che le persone potessero utilizzare per creare ogni giorno la propria bistecca.
The Cultivator, creato da Sarah Mautsch e Aaron Abentheuer è un prototipo open source destinato ad alimentare il dibattito sul futuro della bio-stampa, una tecnologia già in fase di sviluppo nell’ambito della medicina sperimentale per ricreare organi umani. Il dispositivo nato all’interno dell’Università di Scienze Applicate Schwäbisch Gmünd è stato realizzato in vetro acrilico e polistirolo imbutito e può essere programmato con le preferenze dell’utente e le sue esigenze alimentari per creare carne su misura stampata a partire da cellule muscolari e pelle. Un pannello solare permetterebbe al dispositivo di essere autosufficiente e potrebbe anche utilizzare l’energia elettrica della casa in assenza di sufficiente luce naturale.
“Il dispositivo non è ancora pronto per la produzione”, ha detto Abentheuer Dezeen. “Ma considerando che questa tecnologia oggi esiste (anche se è molto costosa), si può immaginare che si evolverà, che sarà più economica e più facile da produrre. Quindi un progetto come il nostro può sicuramente diventare realtà nell’arco dei prossimi 10 o 30 anni.”
Questo progetto si inserisce in una serie di recenti tentativi volti a considerare ed esplorare il futuro del cibo sintetico, che potrebbe presto diventare necessario per superare le preoccupazioni ambientali e di benessere degli animali legati agli attuali metodi di produzione di carne su larga scala. Certo, un metodo di produzione del genere solleva una serie di domande, prima tra tutte: ma voi la mangereste una bistecca stampata in 3D?
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