Per ora solo per chi si diverte più spesso a giudicare i ristoranti su Google: gli scatti realizzati dagli utenti finiranno ad arricchire le schede delle attività commerciali. Ennesimo tentativo di monetizzare, incanalandola, la mania per il foodporn
Un po’ in sordina, lo scorso febbraio Google ha lanciato sulla versione 9.4 di Google Maps per dispositivi mobili anche la versione italiana di Guide locali, una sorta di piattaforma in stile Yelp o Tripadvisor per spingere gli utenti a recensire le attrazioni ma soprattutto le attività commerciali della loro zona o visitate durante un viaggio. Ci si iscrive autonomamente, proprio come su un altro social network, e in base alle review postate si ottengono “vantaggi”, in realtà piuttosto limitati alla cerchia della medesima piattaforma e a qualche invito agli eventi.
Riedizione di City Experts
Si tratta di una sorta di riedizione di un progetto, City Experts, lanciato un paio d’anni fa. La novità è che si spinge molto di più sulla geolocalizzazione – elemento chiave di ogni strategia seo – e l’ultima novità annunciata procede proprio in questa direzione. Un po’ per rendere più ricche le recensioni, un po’ per tentare probabilmente di elevarne il tasso qualitativo – al momento non c’è alcun controllo in questo senso – Google includerà automaticamente le foto che avete scattato ieri a cena alla scheda del ristorante in cui siete stati.
Le foto della cena aggiunte in automatico
Per il momento la funzione si applica solo a recensori con un certo numero di giudizi postati – al livello tre, cioè sopra le 50 recensioni – ma quel che conta è, come sempre, la strategia di fondo. Cioè il tentativo di monetizzare il sempre mastodontico fenomeno della food photography dal basso. D’altronde, quando lo scorso giugno Big G ha chiuso la saracinesca di un servizio simile (Tablescape) le dichiarazioni furono molto chiare: “Non molliamo la fotografia del cibo – scrisse la compagnia in una e-mail agli utenti – vedrete l’effetto di Tablescape su future applicazioni”. Cotto e mangiato. Ecco un rapido potenziamento di Guide locali.
Chi guadagna sui “pasti epici”
In un’altra e-mail Google ha infatti di recente invitato le “guide qualificate” – cioè gli utenti che hanno scritto molte recensioni, quelle che per intenderci troviamo nella scheda di un locale quando lo cerchiamo sul motore di ricerca – a pubblicare senza lesinare foto dei loro “pasti epici”. Curioso in effetti il commento di The Verge: “Viviamo in un mondo in cui non si mangia prima di aver scattato una foto, è ora che qualcuno trovi un uso per tutte quelle immagini”. Per il momento, e come spesso se non quasi sempre, ci pensa chi offre il servizio a incassare – arricchendo con la nostra ansia da foodporn i profili di bar, ristoranti e tavole calde – il dividendo dell’user generated content.