Dall’alimentazione allo stile di vita: per capire i riflessi sul corpo, a Milano si fa un viaggio in un colon gigante. Ma anche focus su calorie, foraging e cibo futuro. In nome della salute
Per capire quanto incidono l’alimentazione e lo stile di vita sulla salute nostro corpo forse conviene farsi un viaggetto dentro un colon gigante. Avverrà al Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, dove sabato 7 novembre e domenica 8, a partire dalle 9.30, è in programma il Colossal Colon Tour, un modo originale per scoprire il cammino degli alimenti all’interno del corpo umano, percorrendo dal vivo l’ultimo tratto del canale.
Alimentazione e corpo: cosa accade nel colon
A spiegare cosa accade nell’enorme colon gonfiabile (2,5 metri di altezza e 7,5 metri di lunghezza) i medici dell’Unità di gastroenterologia ed endoscopia digestiva dell’ospedale San Giuseppe di Milano. Scopo dell’iniziativa: spiegare in maniera semplice le funzioni dell’apparato digerente e illustrare le patologie indicando le modalità per prevenirle, diagnosticarle e trattarle in tempo utile. Infatti l’intento è simulare il colon umano negli aspetti normali ma anche in quelli patologici (ovvero diverticoli, polipi piatti e peduncolati, malattie infiammatorie e altro).
Percorso museale sulla salute
L’iniziativa si snoda all’interno del percorso museale con una serie di pannelli didattici dedicati all’apparato digerente, al colon, agli stili di vita che consentono di proteggere l’intestino e prevede anche la proiezione nella Sala Conte Biancamano del filmato Viaggio nel canale alimentare. Nei Paesi occidentali il tumore del colon-retto rappresenta il terzo tumore maligno per incidenza e mortalità, dopo quello del seno nella donna e del polmone nell’uomo.
Polipi da rimuovere
La maggioranza dei carcinomi colorettali si sviluppa dai polipi (adenomi) ed è stato calcolato che occorre un periodo compreso fra i 10 e 15 anni perché un polipo si trasformi in cancro invasivo. È possibile prevenire l’insorgenza, spiegano gli esperti, attraverso la rimozione endoscopica degli adenomi. Da anni sono state avviate campagne di screening su persone apparentemente sane ritenute a rischio. Per sensibilizzare la popolazione, spesso riluttante, ad aderirvi sono nate molte iniziative a livello internazionale. Il Colossal Colon è una di queste e, spiegano dal Museo in una nota, si è rilevata efficace negli Stati Uniti e in alcuni paesi dell’Europa. L’esposizione a Milano vuole costituire la prima tappa di un successivo tour attraverso le diverse regioni italiane.
Food people, calorie e cellule
Del resto al museo si può continuare a seguire anche #FoodPeople. La mostra per chi ha fame di innovazione, esposizione dedicata ai cambiamenti che hanno segnato il nostro modo di mangiare e alle prospettive future del sistema alimentare. Finita Expo, la mostra resta aperta in modo permanente e sul tema il Museo crea un calendario di appuntamenti per pubblici di età diverse, adulti o famiglie con bambini. Giovedì 19 novembre, alle 18, è previsto un focus con la dottoressa Elena Dogliotti, biologa nutrizionista e ricercatrice sostenuta dalla Fondazione Veronesi. Tema cibo: è solo questione di calorie? E quale relazione c’è tra dieta e genoma? Obiettivo è scoprire in che modo gli alimenti interagiscono con il corpo, le cellule e i geni.
Cibo del futuro e foraging
Mercoledì 25 novembre, invece, Laboratorio aperto sui nuovi cibi. Cosa c’è di nuovo sulle nostre tavole? E cosa arriverà in futuro? Fitosteroli e licopene, alghe e insetti: obiettivo è conoscere da vicino tecnologie innovative e ingredienti aggiunti a cibi che già esistono. Non solo curiosità e voglia di esotico, ma un modo per discutere di sicurezza alimentare e qualità nutrizionali. Oppure, il 26 novembre con Valeria Margherita Mosca si affronta come degustare piante commestibili e conoscere il foraging. Risotto al larice o brodo di bosco? Non sono le proposte di uno chef stellato ma due delle infinite possibilità del foraging, una cucina “selvatica” e una scienza che studia come riconoscere e raccogliere cibo spontaneo, cucinarlo e conservarlo. Antica tradizione, nata in tempi di carestia, oggi è riproposta come una strada per conoscere la risorsa cibo e il legame con il territorio.