Cosa fare per garantire alle donne che lavorano un’alimentazione sana ed equilibrata? La chef stellata Cristina Bowerman ha elaborato dei piatti tutti al femminile
Femminile, Forma fisica, Fertilità, ma soprattutto Futuro: queste sono le 4 F alla base del progetto Fmenu elaborato dalla chef stellata Cristina Bowerman e dalla nutrizionista ricercatrice del CRA-Nutrizione Stefania Ruggeri. Non li troverete in un ristorante blasonato, bensì nelle 239 mense aziendali che finora anno aderito al progetto. L’obiettivo è uno solo: assicurare una vita più sana e più felice alle donne. Gli Fmenu nascono grazie a Okkio alla Ristorazione, un progetto interregionale approvato dal Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CCM) del Ministero della Salute. Coinvolge sei regioni italiane (Sicilia , Campania, Lazio, Emilia Romagna, Marche, Veneto).
Femminile
Ogni anno nelle mense aziendali italiane vengono serviti 2 miliardi di pasti “e la maggior parte delle persone che vi accedono sono donne”, sottolinea Cristina Bowerman, chef del Glass Restaurant di Roma. “Il nostro corpo ha specificità molto complesse. Si pensi solo a ciclo, ormoni, menopausa, problemi che gli uomini non hanno! Per questo la nutrizione al femminile è fondamentale per sentirsi bene. Esistono ingredienti che contengono estrogeni naturali, che possono far bene alle donne in menopausa per esempio”.
Forma fisica
Le donne sono da sempre attente alla forma fisica. Per rincorrerla, ricorrono a diete sbilanciate che penalizzano il benessere psico-fisico. Nello studiare gli Fmenu sia la dottoressa Ruggeri sia la chef Bowerman hanno tenuto davanti a sé ben fermo l’obiettivo di far bene al corpo delle donne, aiutandole a essere belle, ma soprattutto sane. “Quello che voglio dire attraverso questi menu è che la nutrizione fa parte della nostra vita. Mangiando bene, ci sentiamo bene e così si riesce ad allontanare anche lo spettro di quelle malattie collegate all’alimentazione come l’anoressia e la bulimia, legate all’immagine e non alla salute”.
Nei piatti dei menu al femminile sono stati introdotti cibi che contengono proprietà naturali preziosissime per le donne: verdure a foglia lunga e verde (ricche di folati), zenzero (che attenua la nausea), fermentati naturali, alimenti integrali e un drastico taglio al consumo di carne rossa a favore di proteine di origine vegetale. Le donne devono far fronte al rischio di tumore alla mammella, malattie cardio-vascolari, tumore dell’intestino: tutte patologie che possono essere prevenute con l’alimentazione. I piatti degli Fmenu, gustosi e belli proprio come quelli di un ristorante stellato, ruotano intorno a un concetto elementare quanto fondamentale: la stagionalità “perché non possiamo mangiare l’anguria tutto l’anno”, sottolinea Bowerman. Per questo sono stati progettati 4 variazioni degli Fmenu (il primo lo trovate qui), uno per ogni stagione. Inoltre un altro principio ispirante dei piatti è la dieta mediterranea, che mira anche a recuperare quelle tradizioni culinarie trascurate dalle donne proprio per mancanza di tempo, dedicato al lavoro.
Fertilità
L’uso negli Fmenu di nutrienti come i folati, lo iodio, gli omega 3, hanno un unico obiettivo: assicurare un futuro migliore alle nuove generazioni, prendendosi cura della fertilità femminile. La dieta della donna infatti è fondamentale soprattutto ai fini di un’eventuale gravidanza e aumenta sensibilmente le probabilità di dare la vita a figli sani. Questi elementi presenti naturalmente nel cibo che le donne non mangiano per mancanza di tempo e conoscenza, prevengono malformazioni nel feto e soprattutto assicurano parti sicuri.
Futuro
Ma per guardare al futuro bisogna conoscere il passato. “Il problema della nutrizione femminile non si è mai posto prima perché le donne non lavoravano” sottolinea Cristina Bowerman. “Oggi la donna che lavora non ha tempo per cucinare. Quindi finisce per mangiare male, e con lei tutta la famiglia”. Secondo Stefania Ruggeri ciò che è andato perduto è anche il rapporto viscerale tra il cibo e le donne. “Siamo sempre molto tecnici, ma in realtà il cibo è qualcosa che viviamo empaticamente, a livello emozionale”. Futuro fa concettualmente rima con tecnologia. La dottoressa Ruggeri, che ama divertirsi con le app dedicate al cibo, invita a non abusarne. “Se durante la settimana lavoriamo, un app come Cortilia può tornarti utile se non puoi andare al mercato. Ma quando hai tempo, puoi andare per mercati come quello di Coldiretti e scegliere cosa comprare: ne guadagna in conoscenza e in sensorialità”.