Si trova nella cantina Dora Sarchese in provincia di Ortona ed è stata realizzata in collaborazione con il Cammino di San Tommaso. Sempre aperta, ma con vigilanza: “C’è chi è venuto con le damigiane”
«In poco tempo si è creato un viavai incredibile, questa storia ci ha lasciati davvero sorpresi». Non ci crede nemmeno lui, Nicola D’Auria a quante persone stanno arrivando da tutto il mondo per vedere la sua fontana del vino. Eppure, se lo doveva aspettare: nella cantina Dora Sarchese di Caldari Stazione, piccola frazione in provincia di Ortona, in Abruzzo, ha realizzato una fontana sempre aperta da cui sgorga vino rosso. Montepulciano, per l’esattezza. L’iniziativa è stata lanciata in collaborazione con l’associazione del Cammino di San Tommaso: un percorso a tappe che da Roma arriva a Ortona, dove i pellegrini si recano per vedere le reliquie del santo famoso per la sua diffidenza. La fontana nasce quindi per offrire ai pellegrini in viaggio un punto di sosta dove trovare sempre un bicchiere di vino pronto a dissetarli.
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L’accordo tra Nicola D’Auria, proprietario della cantina Dora Sarchese, e Dina Cespa e Luigi Narcisi, i promotori del Cammino di San Tommaso, nasce per scherzo. Un giorno l’imprenditore D’Auria riceve sul telefono dagli amici del Cammino la foto di un’altra famosa fontana del vino dedicata ai pellegrini: quella aperta a Navarra, in Spagna, dalla cantina Bodegas Irache, che disseta i fedeli sul cammino di Santiago.
Non se l’è fatto ripetere due volte.
«Gli amici mi hanno mandato la foto della fonte del vino come provocazione. Ma appena l’ho vista mi è venuto un lampo. Ho pensato: lo faccio anche io»
Perché?
«L’intento è promuovere un territorio, l’Abruzzo, che dal punto di vista turistico non è tanto sviluppato. I turisti passano da noi per andare in Puglia ma non si fermano, perché non conoscono le bellezze che la regione offre. La collaborazione col Cammino di San Tommaso nasce per promuovere questo percorso – non troppo famoso – che porta alle reliquie di San Tommaso e per mostrare ai pellegrini e ai turisti il territorio ortonense, molto ricco dal punto di vista enologico».
Come ha fatto per realizzare la fontana?
«Ho mandato la foto che mi era arrivata sul telefono all’ingegnere che si è occupato di costruire la cantina. Gli ho chiesto se potevamo farla e lui era più entusiasta di me! All’inizio andavamo alla ricerca di travi vecchie, poi mi sono ricordato di avere questa botte in disuso: lui l’ha completamente aperta. E’ una botte molto antica da 50 ettolitri. L’abbiamo recuperata in ogni sua parte. Ora dovremmo fare la stessa cosa con un’altra botte, uguale a questa, con la quale fare altri elementi come l’insegna».
Infatti si fatica un po’ a trovare questa fontana. Perché l’avete messa dentro il cortile della cantina e non fuori, sulla strada, ben visibile?
«C’era un problema tecnico legato a come portare il vino fuori: se ora preme sul rubinetto esce il vino, che viene da un serbatoio sotterraneo. Portare il vino lontano dal serbatoio significava fare un lavoro abbastanza complesso. Certo, io non mi aspettavo questo flusso di persone. Oggi sicuramente non ho problemi a rivedere la posizione della fontana, anzi, forse va impreziosita ancora di più, visto l’interesse della gente».
La fontana è aperta veramente sempre? Non avete paura che qualcuno ne possa approfittare, o che vengano a bere dei bambini?
«La fontana è sempre aperta, la chiudiamo solo di notte, proprio perché non avremmo modo di controllarla. Noi la sorvegliamo sempre: è vero, i ragazzi ci vengono, ma noi ci accertiamo che siano maggiorenni. Ad ogni modo chi viene a bere, beve un bicchiere, non di più. E poi le dico una cosa: la civiltà contadina abruzzese vuole che quando qualcuno arriva in casa, la prima cosa che si offre è un bicchiere di vino».
Nessuno ha provato a prendere più di un bicchiere?
«Ad essere sincero, sì, ci hanno provato. Un anziano è venuto con la moglie e cercava la fontana. A un certo punto ha confessato che aveva 6 damigiane in macchina. Si rende conto? Io gli ho detto che se voleva prendere uno o due bicchieri andava benissimo, ma con le damigiane no».
Da dove vengono i visitatori?
«Sta venendo gente da tutto il mondo. L’altro giorno sono venuti dei finlandesi che stavano andando in Sicilia, e si sono fermati qui. E’ venuta la televisione francese a fare un servizio e poco fa mi hanno detto che siamo su un giornale che si chiama Forbes. Scusi l’ignoranza, ma lei lo conosce?».