Il calo dei consumi arriva dopo anni positivi con una crescita del settore del 14% fino a raggiungere nel 2015 il valore di 103 miliardi di dollari
Agli americani non piacciono più gli hamburger, o almeno non come prima. Uno dei principali analisti del food, Mark Kalinowski di Nomura, multinazionale di servizi finanziari, analizza il calo dei consumi che ha colpito quello che è il fiore all’occhiello della ristorazione a stelle e striscie: «Le performance del settore dei burger sono calate vistosamente nei primi tre mesi dell’anno» spiega Kaliwonski.
Fino al 2015 gli hamburger valevano 103 miliardi
Business Insider rivela che il calo nel consumo degli hamburger giunge dopo anni positivi che hanno visto una crescita del settore del 14% fino a raggiungere nel 2015 il valore di 103 miliardi di dollari. Tante le catene che hanno approfittato del trend, come Shake Shack, Five Guys, Smashburger, che insieme alle storiche, McDonald’s, e Burger’s King, hanno cavalcato il buon momento. E ora dovranno fare i conti con un clima mutato.
8 milioni di vegetariani
Il calo è ascrivibile al mutamento delle abitudini dei consumatori non solo in US (sempre più studi mostrano come sia deleteria una dieta a base di carne). Secondo un’indagine di The Vegetarian Resource Group del 2015 sono circa 8 milioni i vegetariani in America, mentre i vegani sono un milione. Numeri che “sembrano destinato a salire nei prossimi anni” spiega il report. Le città con il numero più alto di vegetariani? Durham nel North Carolina, mentre terza è la San Francisco delle startup, secondo Huffington Post. Dati che finiscono per avere conseguenze sul business di una grande catena come McDonald’s che ha visto il suo rating calare da “buy” a “neutral”: «L’abbassamento del rating è causato da diversi fattori, ma ha influito soprattutto il calo del trend delle vendite delle catene che operano nello stesso settore, che abbiamo registrato nel primo trimestre del 2016» ha spiegato Mark Kalinowsky a CNBC per giustificare ai suoi clienti il declassamento della multinazionale. Risultati che dovrebbero peggiorare nel secondo trimestre, secondo l’analista.
La crisi della carne e il boom di Impossible Foods
Il consumo della carne ha aperto uno spazio molto interessante di sperimentazione nel quale si sono inserite le startup che provano a offrire nuove soluzioni per rinunciare alla carne, ma non al gusto. La più celebre è senza dubbio Impossibile Foods, l’azienda che trasforma le piante in hamburger che ha ricevuto più di 183 milioni di dollari da investitori tra cui anche il papà di Microsoft Bill Gates. Soluzioni che rientrano in un ottica in cui cambia il significato stesso di cibo che sarà sempre più legato al nostro benessere (mangeremo cioè per prevenire e a anche per curare malattie): bevande antiossidanti, bibite probiotiche (con benefici per la digestione e il sistema immunitario) come spiega lo studio di Reimagine Food, acceleratore verticale dedicato al mondo dell’alimentazione.
Ma si investe nella tradizione
Ciononostante alcuni investitori continuano a scommettere sul vecchio e tradizionale “hamburger” e, come svela Business Insider, con supervalutazioni di catene nel settore. La verità è che l’hamburger è duro a morire e fa pensare che una catena celebre come Chipotle abbia deciso proprio di progettare e lanciare una sua catena che si chiamerà “Better Burger”.