Secondo un rapporto Coldiretti-Ixè, a Expo abbiamo sborsato solo 27 euro. Poco più di quanto spendono 3 milioni di italiani per cenare fuori. Numeri a parte: non è una cifra deludente, nel regno del cibo mondiale?
Dunque, per mangiare all’interno della sterminata area espositiva dell’Expo, gli italiani hanno speso in media 27 euro. Che poi la media, si sa, lascia il tempo che trova: probabilmente ci sono alcuni (pochi) che hanno speso moltissimo e altri (tanti) che hanno speso molto, molto meno. Ad ogni modo, il 32% ha scelto la cucina italiana, il 25 si è infilato nel ristorante di un padiglione straniero, il 34% ha (giustamente) fatto un bel pot-pourri e il 9% (in ossequio al mangiare consapevole) non ricorda.
I primi bilanci
La grande kermesse di Rho non è ancora finita che già fioccano le prime statistiche, i primi bilanci, numeri e dati di cui ci riempiranno la testa probabilmente per i prossimi 12 mesi. A vincere la gara di velocità sono stati gli attivissimi comunicatori di Coldiretti che con Ixè hanno presentato una prima indagine al forum sull’eredità di Expo.
Sul podio la cucina giapponese
Come si poteva immaginare con un rapido giro, in cima alle cucine più apprezzate c’è quella giapponese seguita da Thailandia, Francia, Spagna, Argentina e Messico. Pare che nelle memorie dei visitatori (vedremo quanti saranno stati, alla fine, nel marasma di biglietti e accessi) siano rimasti particolarmente impressi gli hamburger e il panino all’astice statunitensi, la bistecca uruguayana (in barba agli allarmi dell’Organizzazione mondiale della sanità sulla carne rossa), le patatone olandesi e belghe, la sangria e le tapas di prosciutto spagnole, il riso fritto e il pollo indonesiani, le tajine di agnello berbero marocchine, il falafel israeliano, il zereshk iraniano.
Ma non abbiamo mangiato poco?
In tutto questo ben di Dio l’aspetto particolarmente assurdo – e in fondo un po’ deludente – è che il visitatore medio ha speso, nel Luna park mondiale del cibo che avrebbe dovuto prosciugargli le fauci dall’appetito in virtù dell’osannata offerta, meno di un qualsiasi sabato sera in provincia per una pizza, una birra media e un dolce. Sì, è vero che gli italiani hanno complessivamente sborsato, sempre secondo l’accoppiata Coldiretti-Ixè, 2,3 miliardi di euro per visitare l’esposizione universale. Ma è una stima che include anche viaggio, alloggio e spese varie. Tanto che, complessivamente, il 51% dei visitatori conferma di aver speso meno di 75 euro. Chissà, forse abbiamo trascorso così tanto tempo in fila – in media due ore e 45 minuti, non poco considerando che il 52% è andato una sola volta – da dimenticarci il motivo per cui eravamo lì: non le architetture né gli spettacoli, la musica o le soluzioni tecnologiche. O almeno, non solo. Ma, appunto il cibo.
Solo 27 euro: poco più che a cena fuori
Insomma, non sono un po’ pochi quei 27 euro? Specialmente ora che, lo racconta un rapporto della Fipe, gli italiani sembrano tornati ad affollare (ma quando mai avevano mollato l’osso?) i ristoranti. Per il 2015 la previsione è infatti di un incremento dello 0,8% che porterà la spesa complessiva a 76 miliardi di euro. Qualche altro dato? Tre milioni di italiani cenano al ristorante almeno tre volte alla settimana, scegliendo soprattutto pizzerie. Quanto spendono? Indovinate: in media 22,40 euro. Poco meno di quanto ci siamo sentiti autorizzati a sborsare una volta varcata la soglia dell’Expo. Testimonianza ulteriore, probabilmente, che l’abbiamo vissuto un po’ così: a metà strada fra un parco giochi, un pachidermico e affollatissimo ristorante e uno di quegli avvenimenti a cui, nonstante tutto, non poter non esserci.