Nelle proposte dell’ex procuratore Caselli al ministero della Giustizia una stretta contro chi avvelena, contamina, falsifica marchi di qualità. Un giro, tra crimine e tarocchi, da 15 miliardi…
Dal disastro sanitario all’omesso ritiro di sostanze alimentari pericolose dal mercato, fino all’agropirateria: sono alcune delle novità proposte dalla commissione ministeriale sui reati agroalimentari, presieduta dall’ex procuratore Giancarlo Caselli e consegnata al ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Una serie di nuovi reati, insomma, previsti in un insieme composto da 49 articoli, una proposta normativa di riforma sulla tutela dei prodotti alimentari che si incentra sul consumatore finale e mira ad adeguare, come sottolinea il ministero, un quadro normativo oramai vecchio.
Nuovi reati
Dunque, verrebbero introdotti diversi nuovi reati. Tra questi, il disastro sanitario (che punisce avvelenamento, contaminazione o corruzione di acque o sostanze alimentari con possibile diffusione di pericoli per l’utente). Poi l’omesso ritiro di sostanze alimentari pericolose dal mercato, quando ciò possa arrecare lesioni gravi o morte e quando da tali condotte possa scaturire il pericolo di situazioni analoghe che mettano in pericolo la salute pubblica.
Agropirateria
E ancora: l’agropirateria che punisce la vendita di prodotti alimentari accompagnati da falsi segni distintivi o da marchi di qualità, Dop e Ogp, contraffatti e prevede delle aggravanti in caso di falsi documenti di trasporto o di simulazione del metodo di produzione biologica. L’articolo 31 della riforma, infine, mira a estendere casi di responsabilità amministrativa anche alle persone giuridiche come strumento di prevenzione dei reati alimentari, prevedendo nel contempo modelli di organizzazione delle imprese che facilitino l’adempimento degli obblighi relativi.
Confronto con gli stakeholders
«Comincia ora la fase del confronto con tutti gli stakeholders del settore – spiega il ministro Orlando – Insieme al presidente Caselli ci confronteremo con loro in modo tale che la nostra proposta di riforma possa arrivare in Parlamento forte di una condivisione il più possibile unitaria, giovandosi di tutti i contributi e i suggerimenti degli operatori del settore».
Il crimine fattura 15 miliardi
«Il crimine alimentare cresce e fattura 15,4 miliardi anche grazie all’innovazione tecnologica e ai nuovi sistemi di produzione e distribuzione globale che lo rendono ancora più pericoloso e per questo va perseguito con un sistema punitivo più adeguato», afferma la Coldiretti nel commentare la proposta di riforma. È importante, continua Coldiretti, la volontà di procedere ad un aggiornamento delle norme attuali, risalenti anche agli inizi del 1900, attraverso un’articolata operazione di riordino degli strumenti esistenti e di adeguamento degli stessi ad un contesto caratterizzato da forme diffuse di criminalità organizzata che alterano la leale concorrenza tra le imprese ed espongono a continui pericoli la salute delle persone«. Un’ esigenza, si spiega, anche per tutelare e valorizzare i prodotti agroalimentari italiani che hanno conquistato il primato nella sicurezza alimentare e nel rispetto ambientale.