Con Inside Chefs’ Fridges la fotografa Carrie Solomon e il reporter (e concierge) Adrian Moore bussano alla porta di casa di 40 grandi chef europei. E scoprono ingredienti preferiti (e ricette segrete…)
Un raffinato viaggio fra le pareti di casa. Ma più che la porta d’ingresso, a spalancarsi è quella del frigorifero. Nell’imponente Inside Chefs’ Fridges, Europe (appena uscito per Taschen, 228 pagine, 39,99 euro) Carrie Solomon e Adrian Moore hanno suonato al campanello di 40 grandi chef europei per farsi raccontare cosa non può mancare nel loro freddo scrigno casalingo. E soprattutto come quegli imprescindibili ingredienti vengano utilizzati per le ricette – spesso semplici ma gustosissime – da preparare in casa per se e per la famiglia.
Il lato B degli stellati
Un lato b di alcuni fra i più apprezzati e celebrati chef del Vecchio Continente con un duplice obiettivo. Portarli da una parte alla nostra altezza, quella dei comuni mortali per i quali la cucina è spesso un piacere, sì, ma costellato di ostacoli. Dall’altra raccontarci come alcune creazioni gourmand non siano un’esclusiva dei ristoranti (spesso inaccessibili ai più) dove lavorano questi creativi stellati ma soluzioni alla portata di (quasi) tutti.
Cosa c’è nel frigo dei grandi chef europei
Il punto di partenza è ovviamente il famoso detto “cucinare con quel che c’è nel frigo”. Ecco perché, oltre alle bellissime immagini della Solomon, statunitense ormai di stanza a Parigi e divenuta una delle più affermate fotografe di cucina francesi (vincitrice del Prix Eugénie Brazier nel 2011 per il libro Saveurs Sauvages e del Festival international de l’Image culinaire l’anno prima), l’aspetto chiave e appassionante sono i testi dell’esordiente Moore. Un canadese dalla storia curiosa, cresciuto negli Stati Uniti, già collaboratore di diverse testate e ora vicecapo concierge all’hotel Mandarin Oriental di Parigi. Uno, insomma, che si è sporcato le mani mettendo insieme reportage gastronomici e lavoro sul campo. Anzi, sulla tavola. Gare di creatività, talent show, peripezie dentro e fuori le cucine (spesso da incubo), liste d’attesa lunghe mesi. I grandi chef sono ormai gli eredi designati delle rockstar, su questo non c’è alcun dubbio. Eppure, in questa bulimica frenesia mangereccia, l’universo della creatività in cucina si allontana sempre di più dalle comuni cene in famiglia o fra amici, dopo il lavoro. Ecco perché Inside Chefs’ Fridges, Europe cerca di riportare sulla terra la cuisine più celestiale.
Un atlante del gusto
Scorrendo le pagine del volume, realizzato con l’usuale fattura Taschen (un’autentica garanzia di qualità a costi accessibili), si rimane incantati come da ragazzini prima di addormentarsi con la testa sprofondata in un Atlante. Tanta Francia, ovviamente, considerando sia la nazionalità dei cuochi che i locali in cui lavorano (Inaki Aizpitarte, Sèbastien Bras, Akrame Benallal, Mauro Colagreco, Adeline Grattard, Pierre Hermé, Thierry Marx, Jean-Francois Piège, David Toutain) e una buona rappresentanza della Germania (da Daniel Achilles a Klaus Erfort passando per Douce Steiner). Spazio anche a chef belgi, svedesi, danesi, spagnoli inglesi e ovviamente italiani (o, appunto, attivi in Italia): il grande Massimo Bottura dell’Osteria Francescana di Modena (“il più importante chef italiano dei tempi moderni e uno dei più riveriti al mondo”) e Annie Féolde, chef e proprietaria insieme a Giorgio Pinchiorri dell’Enoteca Pinchiorri, prima donna a ottenere tre stelle Michelin fuori dalla Francia.
“L’alta cucina è come la musica jazz devi imparare a suonare tutti gli strumenti, e poi dimenticare come si fa
Ingredienti preferiti
“L’alta cucina è come la musica jazz – dice Bottura nel libro – devi imparare a suonare tutti gli strumenti, e poi dimenticare come si fa. Io volevo scoprire come realizzare alla perfezione non solo i piatti classici italiani, ma anche i ravioli cinesi. Per comunicare emozioni occorre andare a fondo nei propri interessi: è attraverso la passione che è possibile farlo”. Per ogni chef lo schema è lo stesso: un ritratto fotografico, una scheda piuttosto dettagliata, le immagini e le didascalie dei suoi ingredienti locali preferiti e del suo frigorifero (con il modello ben specificato e l’elenco delle pietanze custodite) oltre a due ricette. Pensate per far vedere anche a noi le stelle dell’alta cucina.