Il gruppo giapponese Asahi chiude l’accordo con i belgi di Anheuser-Busch Inbev (Budeweiser, Stella Artois, Corona, Beck’s) per l’italiana Peroni e la olandese Grolsh. E a spingere i colossi è anche la crescita della birra artigianale
La bozza di accordo già c’era, ora arriva anche l’ufficialità: la birra Peroni acquisisce occhi a mandorla e diventa ufficialmente giapponese. Il gruppo Asahi fa sapere infatti di aver chiuso il preannunciato accordo, comprando dai belgi di Anheuser-Busch Inbev anche la cugina olandese Grolsh.
Oltre 2,5 miliardi per un “pacchetto” di birre
L’offerta non è nota ma in precedenza si era parlato di 2,55 miliardi di euro, per un pacchetto che, oltre a Peroni e Groshl include anche la britannica Meantime. Il colosso belga Anheuser-Busch Inbev, che controlla Budeweiser, Stella Artois, Corona e Beck’s, ha rilevato la sudafricana SabMiller per 92 miliardi di dollari, in una mega-fusione, impegnandosi a cedere alcuni marchi della stessa SabMiller per ottenere le autorizzazioni dalle autorità antitrust. Con questi nuovi marchi Asahi, che controlla il 38% del mercato delle birra in Giappone, punta a diffondersi al di fuori dell’Asia. Si tratta di una strada obbligata, anche perché i gusti dei giapponesi stanno cambiando, non solo la popolazione invecchia rapidamente ma tende anche ad apprezzare sempre più il vino.
Birra, un settore in fermento
Tutto il settore della birra da anni è in consolidamento, da quando la crescita del mercato della birra artigianale (che, specie quella italiana, sta avendo ottime performance anche all’estero) spinge le case storiche a unire le sue forze. La Asahi Breweries Limited (motto aziendale: “Qualità e Sfida”) è nata nel 1889 ed è la prima azienda birraia giapponese, ma è leader anche in Asia. Ed è tra l’altro presente, anche se solo nel canale delle birre etniche, in Italia. Prodotto di punta è la Asahi Super Dry, lanciata sul mercato giapponese nel 1987.