Campo Digitale è una startup veneta che vuole rendere digitale l’esperienza di acquisto dei Gas, introducendo anche nuove funzionalità come lo ‘sconto dinamico’
L’Italia è costellata di aziende agricole e agroalimentari che offrono prodotti di altissimo valore, ma che spesso hanno difficoltà a venderli ad un prezzo remunerativo tramite i normali canali di distribuzione. Ormai venti anni fa presero piede i Gas – Gruppi di acquisto solidali, in cui un gruppo di consumatori si associa per acquistare prodotti alimentari direttamente dal produttore ottenendo un prezzo vantaggioso sia per il venditore che per l’acquirente.
Nel 2020 questo concetto è diventato digitale. A provare il salto ci ha pensato Campo Digitale, una startup appena nata che ha creato una piattaforma online in cui i produttori possono vendere i propri prodotti. Un classico digital marketplace, a cui però si collega il concetto dei Gas. Più sono le persone che comprano un prodotto più basso è il suo prezzo.
Ma dietro la determinazione del prezzo non c’è una contrattazione tra le parti, ma un algoritmo di ‘sconto digitale’ che modifica il prezzo a seconda di quante persone acquistano il prodotto. “Il sistema a margini dinamici si basa sul principio che più persone acquistano, meno costa il prodotto. Il tutto viene gestito dalla nostra piattaforma, nella quale ogni referenza viene inserita con un prezzo dinamico, che varia in base alle persone che lo acquistano”, ci spiega Davide Menguzzato, ceo di Campo Digitale e tra i fondatori insieme a Francesca Cosenza, Giulia Michieletto, Gianluca Palomba, Diego Calanzone e Gerardo Santini.
Dall’hackathon al progetto
Come vi è venuta in mente questa idea?
“L’idea ci è venuta in occasione di un hackathon online a marzo 2020, dove ci siamo conosciuti e abbiamo avuto modo di constatare l’interesse comune per l’agroalimentare e il digitale. Sempre online abbiamo implementato e portato avanti il progetto sino al lancio”.
In che stadio di sviluppo siete del progetto?
“Abbiamo lanciato la piattaforma il mese scorso e attualmente siamo attivi in Veneto, nelle provincie di Verona, Vicenza, Padova, Venezia e Treviso e ci stiamo espandendo inoltre in Lombardia e in Emilia Romagna”.
Chi è il vostro target di clienti lato produzione?
“Il nostro target sono i piccoli produttori attivi a livello locale, senza grossi fatturati ma con una bella storia da raccontare e un focus importante sulla sostenibilità. Per poter soddisfare tutti gli ordini i produttori vengono geolocalizzati e sono quindi disponibili nella zona di residenza dell’utente. Una cosa importante da sottolineare è che per noi il produttore viene sempre prima del prodotto”.
Se un agricoltore volesse vendere con voi cosa dovrebbe fare?
“Ci contatta, ci racconta chi è e cosa vende. Noi lo incontriamo, assaggiamo i prodotti e poi lo inseriamo in piattaforma”.
Chi è il vostro target di clienti lato consumatore?
“Il nostro target sono persone di 30-50 anni, consumatori attenti, che amano le eccellenza locali e che vogliono alimentarsi in modo sano e sostenibile, con la giusta ripartizione del valore lungo tutta la filiera”.
Qual è il vostro business model?
“Applichiamo la nostra marginalità al prezzo del produttore e il consumatore paga il costo della consegna, che è assolutamente in linea con con il prezzo di mercato (6,5 euro). Stiamo valutando se inserire la consegna gratuita oltre un certo ammontare dell’ordine”.
Chi vi ha aiutato nell’impresa?
“Emanuele Crescini, partner di Azimut, ci fa da advisor. Al momento abbiamo operato in autofinanziamento e siamo attualmente in fundraising per supportare il piano di espansione. Abbiamo partecipato a due programmi di incubazione: programma di pre-accelerazione di B4i – Bocconi for innovation e Millennials XLAb”.