D-Arianna, app scaricabile gratuitamente e realizzata alla Bicocca, ha ridotto dal 37% al 18% il rischio di binge drinking (una piaga tra i giovani). Ecco come funziona
E’ bastato far ricorso a D-Arianna, applicazione per smartphone realizzata dai ricercatori del dipartimento di Medicina e chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca, per ridurre il rischio di binge drinking, l’assunzione di elevate quantità di alcol (frequente soprattutto tra i giovani) in brevi periodi di tempo. E non di poco, ma dal 37% al 18%.
Alcol, la piaga binge drinking
Il binge drinking è una vera piaga tra i ragazzi e consiste nel bere più di 5 bevande alcoliche per gli uomini e 5 per le donne, creando danni enormi. L’app è stata sviluppata nell’ambito di una ricerca condotta nell’ateneo milanese con Paul E. Bebbington, professore emerito dello University college di Londra. Come funziona? D-Arianna consente di stimare il relativo rischio grazie a una serie di domande sulle abitudini di consumo di alcool e sostanze stupefacenti. Scaricabile gratuitamente da Google Play e Apple Store, l’app è stata inserita nella National health apps library del Regno Unito. I risultati della sperimentazione dell’applicativo sono stati pubblicati sulla rivista Journal of adolescent health. La ricerca (finanziata dalla Fondazione della comunità Monza e Brianza onlus, sostenuta dalla Fondazione Cariplo) ha riguardato 507 giovani tra i 18 e i 24 anni, 264 donne e 243 uomini, reclutati in prossimità di pub, discoteche e aree concertistiche dell’area metropolitana di Milano. Tra le domande proposte dall’app, il rapporto con alcool, fumo e droga a livello personale e nella propria cerchia di amici, l’età in cui si è iniziato a fare uso di alcool e altre sostanze, il successo negli studi, l’attività lavorativa svolta, il background familiare e sociale, le convinzioni riguardo agli effetti, anche sociali, prodotti dall’uso dell’alcool.
Dall’app 3 livelli di rischio
Combinando i pesi relativi dei fattori correlati al binge drinking, derivanti dalla meta-analisi, attraverso un’equazione di stima del rischio, si è ottenuto un unico punteggio complessivo e sono stati individuati tre livelli di rischio: basso (0-43%), moderato (43.1-82%), alto (82.1-100%). Dopo due settimane è stato fatto ripetere il test ed eseguendo lo stesso calcolo è emerso che il fenomeno del binge drinking tra i partecipanti si è più che dimezzato, passando appunto dal 37 al 18%. ‘La combinazione tra il rigore metodologico della ricerca sulla prevenzione dei fattori di rischio con la tecnologia, avvertono i ricercatori, si è dimostrata efficace e interessante per la popolazione giovanile, che ha molta dimestichezza con gli smartphone. L’applicazione è stata sviluppata dalla software house Eikondata in due versioni, rispettivamente in lingua italiana (Android, iPhone) e inglese (Adroid, iPhone), ed è rivolta principalmente ai giovani coinvolti o potenzialmente coinvolti nel fenomeno del binge drinking, come ad esempio i frequentatori più assidui di discoteche e luoghi di ritrovo.