La piattaforma di Allison Kopf ha vinto la Tech Crunch di San Francisco 2015. E non esclude di poterli applicare alla marijuana
Alla Tech Crunch di San Francisco 2015 ha vinto Agrylist, una piattaforma che prevede l’installazione di sensori nelle serre in cui si coltivano frutta e verdura. Agrylist aiuta gli operatori delle serre a gestire le loro attività in modo più efficiente, estrapolando i dati e le informazioni sui raccolti dai sensori stessi.
Da BrightFarms a Agrylist, la storia di Allison Kopf
In qualità di CEO e fondatore di Agrylist, Allison Kopf in un’intervista a Frederic Lardinois su Tech Crunch, ha spiegato che l’idea di fornire un servizio simile le è venuta mentre lavorava a BrightFarms, una società di New York che progetta serre urbane vicino ai supermercati così da accorciare la catena di rifornimento. A Tech Crunch ha anche raccontato di aver studiato fisica e di non aver mai cercato lavoro nel settore dell’agricoltura, ma se n’è innamorata perché c’è tanto margine di miglioramento ed è un campo in un cui si cresce in fretta. Nel suo lavoro, ha potuto approfondire le indagini sui dati del business, ma ogni volta le rimaneva difficile ottenere dati quantitativi riferiti a tutto quello che le serviva.
Si è accorta che mancavano gli strumenti per analizzare tutte le informazioni che gli operatori raccoglievano dal loro lavoro con differenti mezzi. Quindi Kopf ha fondato Agrylist insieme a Jason Camp, che ne è poi diventato CTO, e all’inizio del 2015 è entrata in NYC Acre, un acceleratore che si occupa di tecnologia, energia e trasporti approntato dalla città di New York, dalla New York University e da una serie di sponsor.
Le alternative alla terra
A differenza dei coltivatori outdoor, gli operatori delle serre sono sottoposti a molti controlli, controlli che si focalizzano principalmente sul processo di crescita. Inoltre, i coltivatori che lavorano con le serre sono in grado di manipolare la luce che ricevono le piante e i livelli di CO2 nell’aria. Ma molte serre, la maggior parte in realtà, usa il sistema idroponico, un sistema che permette di crescere le piante senza l’uso della terra, sostituendola con substrati alternativi come l’argilla espansa, la lana di roccia, la perlite, tutti in soluzione nutritiva e acqua. Questo sistema richiede, però, un ulteriore fase di controllo.
L’accesso a tutti i dati, per ora impossibile per i coltivatori
Al momento, la maggior parte delle serre hanno CO2, luce, umidità e altri sensori installati, oltre a coltivatori che già si occupano abbondantemente di questi dati. Il problema è che l’hardware non è molto grande. Secondo Kopf, per i coltivatori è molto importante avere accesso a tutti i dati, ma il mercato è dominato da un piccolo numero di aziende consolidate che non sentono la necessità di innovare e innovarsi. Per esempio: tutti i sensori sono cablati, e questo rende più difficile migliorare il sistema con altri sensori. Ancora a Tech Crunch, Kopf ha spiegato che i coltivatori utilizzano ancora molto il sistema “a mano”, come nel caso del raccolto. E questi dati vengono segnati in dei notebook: uno dei problemi, però, è che non vengono integrati ai dati dei sensori.
Questo significa – spiega Kopf – che si può risolvere un problema dopo che è accaduto, ma non lo si può prevenire. La piattaforma di Agrylist mira a tenere insieme tutti questi dati. È un “hardware agnostic”, e anche se molti sistemi non hanno un API, è comunque possibile importare i dati da Excel e poi inserirli in Agrylist. Poi i dati verranno mostrati su una lavagna che includerà anche le schede sul raccolto. E ancora: la piattaforma sarà in grado di dare consigli in base alle informazioni che ha, facendo persino previsioni sui livelli di raccolto.
I fattori ambientali, e i costi
Insieme ai livelli di CO2, un altro dei fattori ambientali che i coltivatori possono facilmente manipolare è la luce che nutre le piante. I coltivatori ormai usano un sacco di elettricità, anche in estate, perché usano costantemente la luce, quindi Agrylist permette loro di capire come meglio utilizzarla anche in funzione del prezzo che ha. «Alle piante non interessa in quale momento della giornata ottengono energia», ha spiegato Kopf nell’intervista, aggiungendo che l’attuale sistema semplicemente accende e spegne la luce senza tener conto del prezzo e di altri fattori.
Un futuro con la marijuana?
Agrylist sta sviluppando una versione beta con sei operatori di serra e piante che mensilmente cambieranno la loro sottoscrizione per il servizio (all’incirca, mille dollari al mese per acre di terreno). A lungo termine, l’azienda spera di lanciare propri sensori che potranno essere integrati nel servizio. Come ha raccontato Kopf, tutti quelli a cui lei spiega il servizio di Agrylist le chiedono se anche lei fa parte del settore che si occupa della marijuana. Anche se questo non è certamente l’obiettivo principale della società, Kopf ha riconosciuto che la marijuana potrebbe essere un potenziale uso del servizio. Per il momento, però, Agrylist sembra più concentrata su insalata e pomodori coltivati in serre multi-acri dell’East Coast piuttosto che sulle serre di marijuana in Colorado.