Solitamente i videogiochi migliori arrivano sotto Natale. Fa eccezione l’ultima avventura di Marth che regalerà un inizio di anno scoppiettante a tutti i possessori di Switch. La nostra recensione
Dopo aver abbondantemente sperimentato con le variazioni di gameplay viste in Fire Emblem: Three Houses e Fire Emblem Warriors: Three Hopes (realizzato persino esternamente, dal team Omega Force di Koei Tecmo Games come ogni buon musou che si rispetti), con Fire Emblem Engage, Nintendo e Intelligent Systems hanno deciso di ritornare ai capisaldi della saga, confezionando anzitutto un prodotto sorretto da un unico canovaccio.
Fire Emblem Engage o House of the Dragon(s)?
Se da un lato tale scelta ha inficiato inevitabilmente sulla rigiocabilità del titolo, che non offre più bivi o addirittura vere e proprie sinossi parallele, dall’altro è motivata dal fatto che gli sviluppatori sembrano aver voluto mettere proprio la trama al centro della scena. Pare un controsenso, invece è così: la storia si sviluppa e si avviluppa attorno al protagonista, ovvero l’alter ego digitale del giocatore, Alear, personificazione del Drago Divino, nonché unico coi poter necessari a opporsi alla sua nemesi, il Drago Maligno Sombron, che già dominò il continente di Elyos in passato, salvo poi esserne stato fortunosamente bandito.
E sebbene la sinossi non sembri partire col piede giusto (il nostro Alear non ricorda nulla del suo passato… dov’è che l’abbiamo già visto? Ah, sì, in T-U-T-T-I i JRPG usciti fino a oggi), la trama col passare delle ore (una 40ina, circa, prima di vedere i titoli di coda) diventa a poco a poco più predominante così come la figura del protagonista affascinante, in grado di compiere un percorso di maturazione sorprendente.
Sul fronte del gameplay, Fire Emblem Engage è un tattico a turni rigoroso e canonico che porta con sé una delle caratteristiche peculiari della serie, ovvero la morte permanente dei personaggi che cadono sul campo di battaglia, eventualmente mitigata da livelli di difficoltà che ne permettono la resurrezione e, in-game, dall’opzione Cronogemma del Drago che consente di riavvolgere qualche turno per evitare almeno gli sbagli più clamorosi a favore di una CPU ben addestrata e sicuramente accorta fin dalla modalità Normale.
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Sfruttando a proprio vantaggio il cosiddetto triangolo delle armi (spada batte ascia, ascia batte lancia e lancia batte spada). che da sempre regge gli equilibri dei combattimenti ripresi nella serie videoludica nipponica, in Fire Emblem Engage è possibile fare “breccia” nelle difese del nemico, che equivale a ottenerne il disarmo negandogli il contrattacco.
Si tratta di una condizione non di poco conto, capace di sovvertire velocemente le sorti di una partita e che, naturalmente, può pure essere anche subita dalle nostre truppe, ragion per cui prima di muoverle sarà sempre meglio pianificare con cura le possibili risposte dei nemici.
Anelli e sedute spiritiche
Il fulcro del gioco comunque è rappresentato dalla presenza degli spiriti degli eroi dei vecchi episodi di Fire Emblem, come Marth, Celica, Sigurd, Lucina, Ike o Micaiah, giusto per dirne alcuni, che potranno unirsi ai nuovi protagonisti scesi in campo contro il male grazie agli Anelli degli Emblemi.
Oltre a migliorare le statistiche di chi li evoca, conferendo l’abilità di schivare con maggiore facilità i colpi avversari, sarà possibile sbloccare l’Attacco Unione che, per ben tre turni, consentirà di affondare nelle carni del nemico con tecniche e armi sorprendentemente potenti. E dato che tutto ciò viene consentito dal potere degli Anelli degli Emblemi, sarà sufficiente farli indossare ai personaggi preferiti per sperimentare sempre nuovi tipi di unione.
La storia di Fire Emblem Engage tende naturalmente a preconfezionare diversi portatori, ma nulla vieta di sfilare loro l’anello dal dito a favore di altri cavalieri, con un’unica accortezza: più tempo spirito ed eroe combatteranno assieme e più si rinforzerà il loro legame, con la possibilità per l’eroe di imparare permanentemente alcune delle potenti tecniche del guerriero evocato.
La strategia è ulteriormente rinverdita dalla possibilità di sfruttare a proprio vantaggio le caratteristiche del terreno circostante, per esempio avendo cura di piazzare le proprie unità tra i cespugli per renderle meno visibili agli arcieri nemici, o intervenendo su alcuni punti al fine di creare utili scorciatoie che permettono di attaccare gli avversari alle spalle.
Anche in questo caso esiste comunque il rovescio della medaglia: le mappe portano in dote bonus ma pure malus. Alcune presentano ostacoli che vi costringeranno a lunghe peregrinazioni solo per aggirarli, altre sono completamente al buio e vi faranno perdere diversi turni solo per rintracciare le fiaccole da accendere.
Sul fronte tecnico, segnaliamo l’inversione di rotta verso una palette finalmente colorata e brillante, che se forse tende a conferire ai personaggi un aspetto perfino lucido e plasticoso, è senza dubbio un netto miglioramento ai colori smorti e piatti che caratterizzavano il predecessore. Merito anche del character design di Mika Pikazo, che probabilmente ha insistito un po’ troppo sull’aspetto anime del prodotto, ma ha comunque fatto un ottimo lavoro.
任天堂FE最新作『ファイアーエムブレム エンゲージ』のキャラクターデザインを手がけさせていただきました。
どうぞよろしくお願いします!I designed the characters for the Nintendo’s new FE title “Fire Emblem Engage”. Please look forward to the game!#FEエンゲージ pic.twitter.com/nKhNx2YFTp
— Mika Pikazo|1/20 FE発売 (@MikaPikaZo) September 13, 2022
Anche grazie a lui, insomma, Fire Emblem Engage è senz’altro tra i migliori titoli della serie, nonché tra i videogiochi imperdibili per l’utenza Nintendo, che inizia davvero alla grande il proprio 2023, in compagnia di Switch.