Alcune case automobilistiche scelgono per le loro vetture più piccole di eliminare del tutto il motore a benzina. Ma come reagiranno i clienti?
Nel corso del 2020 il segmento A, quello delle city-car si trasformerà in maniera decisa portando numerose novità. Sono quelle che comunemente vengono definite “utilitarie”, con dimensioni contenute nei 3,70 mt e perfette per la mobilità cittadina.
Rappresentano un mercato molto importante per l’Italia che vale il 16,9% del totale delle immatricolazioni pari a 325.305 veicoli ed ha chiuso il 2019 con una crescita del 8,1%. Non solo, ma se si guardano i modelli più venduti in assoluto, ai primi due posti della classifica troviamo due auto di questa categoria, la Fiat Panda con 138.132 unità, seguita dalla Lancia Y a 58.759.
Mini car Mini profit
Questo preambolo è necessario per tornare all’argomento della trasformazione perché sono molti gli elementi da analizzare.
Il primo segnale è il cambiamento delle vetture disponibili nelle concessionarie, con 8 modelli che usciranno di produzione e che non verranno sostituiti con una generazione successiva.
Il perché è principalmente dettato dalla frase “mini-car, mini-profit”, visto che queste auto devono affrontare due problemi, quello dello spazio limitato che deve essere sfruttato al massimo e quello dei costi. È difficile fare profitti in questo segmento se non si organizza in maniera più che efficiente la produzione. Sempre legato a questo tema alcune case automobilistiche hanno preferito dirottare l’offerta su modelli di segmento superiore, il B, con il quale le piccole hanno sempre più punti di contatto per dimensioni e dotazioni.
Il passaggio a emissioni zero
Il secondo cambiamento riguarda l’aspetto tecnologico e qui si aprono due strade molto differenti tra loro. Da un lato abbiamo la transizione energetica che vede alcuni modelli passare all’alimentazione elettrica abbandonando completamente le motorizzazioni convenzionali termiche.
È il caso del Gruppo Volkswagen che ha trasformato la Seat Mii, la Skoda Citigo e la VW Up verso le emissioni zero. Sono sviluppate sulla stessa base comune e utilizzano un motore elettrico di 61kW/83CV (la coppia massima è di 212 Nm), alimentato da un pacco batterie, posizionato nel pianale da 32,3 kWh. In questo modo raggiungono un’autonomia di 260 km verificati nel ciclo di omologazione WLTP.
Una scelta fatta da Smart che dal 2020 abbondona il propulsore a benzina per passare all’elettrico. Qui la batteria è di 18 kWh e l’autonomia di 160 km scegliendo così di ritornare all’ambito cittadino, alle origini del marchio. Gli ultimi spot trasmessi evidenziano spiritosamente questo aspetto.
Bisognerà però vedere come reagirà il cliente delle city-car, solitamente molto conservativo nelle scelte, ad un cambiamento così importante che porta di conseguenza un prezzo di listino più alto. Reso però più accettabile da proposte commerciali legate al valore della rata mensile e all’utilizzo della vettura e non più sull’acquisto.
Sicurezza alla guida
L’altra strada della tecnologia applicata alle city-car riguarda le dotazioni e l’introduzione dei sistemi di assistenza alla guida e di sicurezza in questo segmento. Come nel caso della nuova Hyundai i10, disegnata dall’italiano Davide Varenna, dove troviamo di serie la Frenata Autonoma di Emergenza con Riconoscimento Veicoli e Pedoni, il Mantenimento della Corsia, la Gestione dei Fari Abbaglianti, l’Avviso di Ripartenza, il Rilevamento di Stanchezza mentre l’e-call è naturalmente presente. Manca solo la verifica dei test EuroNCAP, verrà sottoposta a breve, e viste le premesse potrebbe diventare il nuovo benchmark per la categoria.
Anche nell’abitacolo troviamo delle novità come lo schermo touchscreen da 8”, oltre ai protocolli Apple CarPlay e Android Auto per l’interazione con lo smartphone, che si può ricaricare anche wireless. Tutte dotazioni che finora non erano su auto così piccole.
Un’altra innovazione arriverà sempre quest’anno dalla best seller Fiat Panda e dalla sorella 500 che proporranno una versione Mild Hybrid. Una soluzione semplice che unisce il motore 3 cilindri di 1.000 cc Firefly da 70 CV accoppiato a un motore elettrico BSG (Belt integrated Starter Generator) da 12 volt e una batteria al litio di 3,6kW/5 CV. Il sistema BSG permette lo spegnimento e il riavvio del motore e le indicazioni parlano di una riduzione dei consumi vicina al 20%.
Originale la campagna di lancio promozionale che, per ogni auto venduta con finanziamento, verrà piantato un albero riducendo indirettamente le emissioni di CO2 dovute alla circolazione. L’omologazione come ibride, permette l’accesso agli ecoincentivi e alle agevolazioni relative al traffico.
Le possiamo ancora chiamare utilitarie?