Il grande sorpasso non è impossibile. Grazie alla scia di Tesla in Borsa
Il 2021 di Elon Musk è partito sotto i migliori auspici. Se si guarda al Bloomberg Billionaires Index, portale dove vengono aggiornati i portafogli delle figure più ricche al mondo giorno dopo giorno, sembrerebbe che il CEO di Tesla si stia avvicinando sempre di più alla vetta. Jeff Bezos, il fondatore di Amazon e finora uomo più ricco di tutti (con un patrimonio di 186 miliardi di dollari), potrebbe presto cedere lo scettro e scendere al secondo posto. A spingere l’avanzata di Musk tra i Paperoni più abbienti c’è stata senz’altro la splendida performance di Tesla, l’azienda di auto elettriche che ha chiuso un anno record con quasi mezzo milione di veicoli venduti. Mentre scriviamo il patrimonio dell’imprenditore sudafricano è di 175 miliardi di dollari, appena 11 miliardi sotto Bezos.
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Musk: un 2020 da incorniciare
Se guardiamo soltanto a un anno fa, Elon Musk navigava in acque diverse. Certo, non se la passava comunque male nei panni del 35esimo uomo più ricco al mondo. A marzo scorso l’emergenza coronavirus ha colpito il settore dell’automotive e anche Tesla ha dovuto chiudere gli impianti, nonostante qualche forma di protesta eccessiva da parte del CEO (che ha giudicato il lockdown una misura fascista). La celere riconversione delle linee di produzione per realizzare ventilatori polmonari da destinare agli ospedali USA ha però giovato all’immagine pubblica dell’imprenditore. Che da lì in poi ha collezionato un successo dopo l’altro.
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Oltre alla crescita di Tesla, che nel 2020 ha sfornato la sua milionesima auto elettrica, va sottolineato l’apporto significativo di SpaceX, che lo scorso anno ha spedito i primi astronauti NASA sulla Stazione Spaziale Internazionale con un vettore privato. L’ex startup aerospaziale oggi ricopre una posizione autorevole in uno dei settori più ricchi e competitivi del pianeta. Come se non bastasse, lo scorso anno Musk ha trovato anche spazio per annunciare le ultime novità di Neuralink, la sua ennesima startup: i test su un maialino di nome Gertrude di una sorta di Fitbit del cervello sono serviti all’imprenditore per capire a che punto è la ricerca di questo sorprendente (e in parte anche inquietante) ambito dell’healthcare. Tuttavia, siamo pronti a scommettere che prima di convincere l’umanità a farsi impiantare un chip nel cervello – servirebbe per proteggerci dallo strapotere dell’intelligenza artificiale, questa è la convinzione alla base del progetto – Elon Musk avrà già scalzato Bezos dal suo trono.