Dalla Spagna un titolo indie bello tosto
Il rampino è uno degli strumenti più divertenti da utilizzare nei videogiochi: è in dotazione in Halo e in un sacco di action game dove basta saltare e scagliare quella corda d’acciaio per raggiungere le altezze più impervie. Vale anche per El Gancho, roguelike disponibile per Nintendo Switch e rilasciato da Eastasiasoft, publisher che si sta facendo notare ultimamente. A livello grafico i più esperti ci rivedranno il Metroid che girava sul NES e basta una rapida ricerca immagini su Google per capire che l’ispirazione è evidente. C’è senz’altro più leggerezza, nonostante si debbano salvare gli altri coco (sembrano dinosauri) la cui innata e nota felicità ha fatto parecchia invidia all’impero Pogovon. Così i cattivi hanno deciso di invaderne il pianeta e succhiarne la linfa vitale per piani malefici. Sembra la fine del mondo, in realtà ogni schermata è un colorato scenario di guerra retro in cui dobbiamo andare a liberare i nostri compagni e, nel frattempo, raccogliere hamburger, bibite e altre pietanza sparse qua e là. Il titolo è stato sviluppato dalla software house indie spagnola Sidral Games.
Essendo un roguelike è facile capire che El Gancho sia anche un titolo particolarmente spigoloso. Diciamo che non è il massimo giocarci se perdete la pazienza alla svelta. A livello di gameplay i comandi sono immediati: si corre, si salta e si spara. Non comodissimo il fatto di dover utilizzare i tasti R e L invece dei più tradizionali A e B: questa scelta all’inizio rischia di spaesare. Ma tant’è: bisogna farci il callo. Le mappe da affrontare si ricreano in maniera procedurale e questo giova eccome alla longevità del videogioco. L’obiettivo è esplorare la mappa in maniera verticale: tocca salire di molto col rampino, rischiando più e più volte di calibrare male un salto e di precipitare fino a terra (solo a ripensarci, che nervi…). A quel punto, indovinate, tocca ricominciare tutto da capo.
Sulle piattaforme troverete nemici, oggetti da raccogliere e gli altri coco da liberare: ce ne sono diversi per ciascuna mappa, che verrà completata soltanto quando l’ultimo ostaggio verrà salvato. L’esplorazione è essenziale in El Gancho e nessuno ci corre dietro: abbiamo tempo per capire come arrivare fino a quella piattaforma e dove scagliare il rampino. Nel titolo possiamo sparare ed eliminare nemici e boss, ma la cosa senz’altro più complessa è l’utilizzo del rampino. Complice la scelta degli sviluppatori di creare un mondo grande in cui il protagonista è uno sputo di pixel, ogni minimo movimento farà la differenza tra il successo e la caduta. In più certe piattaforme sono volutamente minuscole.
Il rampino è imprescindibile e nostro più fedele alleato, ma se perdiamo l’attimo in aria è praticamente scontato il fatto che non riusciremo più a riattivarlo in tempo per proseguire la scalata. A volte, dobbiamo ammetterlo, il rischio frustrazione è presente, soprattutto perché la meccanica di gioco – torniamo a ripeterlo – non è stata pensata alla perfezione nei comandi sulla console. D’altra parte non possiamo non suggerirvi di considerare un titolo simile (a meno di 10 euro sullo store) se siete in cerca di videogiochi retro che sapranno senz’altro mettervi alla prova.