Dalla Finlandia un videogioco spensierato in un mondo post-apocalittico
Sono passati quasi due anni dal rilascio del secondo capitolo di The Last of Us su PlayStation. La saga ideata dal genio creativo di Neil Druckmann ha scritto una delle pagine più importanti del gaming dell’ultimo decennio. Le storie di Joel prima e di Ellie poi hanno commosso e tenuto i gamer incollati fino all’ultimo straziante filmato del videogioco. In attesa di capire se ci sarà un terzo episodio, ci consoleremo presto con la serie tv. Intanto l’ecosistema gaming non può che prendere spunto da una pietra miliare del genere survival ogni volta che decide di sviluppare titoli ispirati alla raccolta di risorse in un mondo post-apocalittico. Oggi vi presentiamo Dysmantle, progetto lanciato dalla software house 10tons, con base in Finlandia. Lo abbiamo testato su Nintendo Switch.
Dysmantle non è un titolo in cui correte il rischio di danneggiare la vostra amata console. Non ci sono jump scare, nè musiche inquietanti che possano farvi perdere il controllo della Switch. L’incipit del titolo prende il via da una splendida giornata di sole: il nostro protagonista esce da un bunker sotterraneo e inizia un’esplorazione spensierata dell’ambiente circostante. Tra gli aspetti più divertenti – almeno per chi ama questo genere di gameplay – citiamo il crafting. Grazie a strumenti di ogni tipo – all’inizio parecchio rudimentali – abbiamo il compito di distruggere moltissimi oggetti: dalle sedie ai tavoli, fino alle casse e alle porte. L’obiettivo è raccogliere risorse per potenziarsi e reggere l’urto.
L’urto a cui ci riferiamo è rappresentato dai morti viventi e altre creature che hanno preso il sopravvento in questo mondo così prevedibilmente post-apocalittico. Macchine abbandonate per strada, la natura che ha invaso le case, le stanze in disordine dopo una disperata fuga. Insomma, il menu è quello che conoscete. La visuale isometrica scelta dagli sviluppatori è una garanzia: nessuno si spaventa, dal momento che giocare avendo tutto sotto controllo dall’alto è tutta un’altra storia.