Da una startup innovativa californiana il remake del primo capitolo di una serie di videogiochi che sta iniziando a imporsi nel panorama Indie e non solo
Chromatic Games, startup videoludica di Gainesville, cittadina della Florida centro-settentrionale, negli anni è riuscita a farsi un nome grazie alla serie Dungeon Defenders, di cui Awakened costituisce il remake del primo (di tre, almeno al momento) episodio.
Dungeon Defenders Awakened, it’s dangerous to go alone
Strutturato come un convincente mix tra il genere action RPG e il tower defense, Dungeon Defenders Awakened ci riporta nuovamente nei sotterranei del regno di Etheria, un posto un tempo pacifico ma ora sommerso, letteralmente (e a causa della sbadataggine dei nostri eroi), dai mostri.
I demoni sono infatti tantissimi e la potenza dei cristalli, ultimo baluardo magico capace di arginare l’offensiva di queste creature, si sta affievolendo.
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Nei panni di uno dei quattro personaggi – l’immancabile Scudiero, la Cacciatrice, l’Apprendista e il Monaco -, ciascuno dotato di abilità uniche, che cresceranno col prosieguo dell’avventura, bisognerà erigere barricate e torri oltre a disseminare trappole per tenere al sicuro i cristalli magici, obiettivo di ogni orda che proverà a sommergervi.
Naturalmente, il fulcro del gioco, declinato lungo cinque modalità differenti (Campagna, che contempla 15 mappe divise in tre atti; Sopravvivenza, che porta il numero delle ondate dalle canoniche cinque a venticinque; Sfida, Mix Mode che aggiunge diverse stranezze random e Strategia, dove il gioco si tramuta in un tower defense puro, senza combattimenti in tempo reale tra il giocatore e l’esercito nemico) è il multiplayer, perché prese singolarmente le difese dei quattro eroi sono poca cosa, combinate, invece, diventano temibili.
Dungeon Defenders Awakened ha dalla sua non solo una convincente realizzazione tecnica (peccato per la fisica dei salti, davvero poco credibile) e una buona caratterizzazione grafica, nella loro semplicità, ma anche soprattutto il fatto, a livello di gameplay, di presentare una soddisfacente e riuscita commistione di generi. Il suo unico limite è, naturalmente, la natura multiplayer: non acquistatelo se già sapete che non avrete modo di giocarci con 2 o 3 amici: questo prodotto californiano dà il meglio solo se affrontato in gruppo.