Purtroppo nel nostro Paese non sono ancora particolarmente diffuse le iniziative, soprattutto quelle gratuite, in occasione della Giornata internazionale dei dinosauri, che cade oggi, primo giugno. E allora abbiamo deciso di offrirvi un viaggio davvero particolare, a ritroso nel tempo.
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La mia casa al tempo dei dinosauri
O meglio, a strappare il biglietto è il sito dinosaurpictures.org che, come dice il nome, è stato pensato per essere un enorme database di immagini di dinosauri. Tra le funzioni più curiose e riuscite della piattaforma, però, spicca la riproposizione poligonale del globo terracqueo in grado di mostrarvi, giochicchiando con le impostazioni, dove si trovasse casa vostra nelle varie ere primordiali.
Un vero e proprio Google Earth preistorico, insomma. Scopriamo così che 170 milioni di anni fa la nostra redazione si sarebbe trovata sott’acqua. Un problema non di poco conto per il magazine, soprattutto dato che i nostri uffici sono al di sotto del livello stradale. Ma anche un problema condiviso con tutto il resto del Paese e con buona parte dell’Europa.
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Ci sarebbe andata meglio impostando il timer ancora più indietro nel tempo, nel Triassico: la nostra penisola all’epoca era quasi completamente emersa anche se costituiva la costa orientale di un unico, enorme, super-continente. Milano, insomma, avrebbe avuto il mare, ma non sarebbe stata comunque una meta turistica ospitale dato che, all’epoca, la Terra conosceva una delle sue più imponenti estinzioni di massa, la “grande moria”, che spazzò via oltre l’80% delle specie facendo subire alla vita una battuta d’arresto lunga almeno 10 milioni di anni prima di riprendere con l’era dei dinosauri.
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L’aspetto affascinante di questo software riguarda il fatto che, oltre a farvi vedere l’evoluzione dei continenti mantenendo in filigrana gli attuali confini territoriali, vi dice anche quali dinosauri avreste potuto incontrare uscendo di casa sulla base dei fossili trovati nelle immediate vicinanze.
Il programma permette di tornare indietro fino a 750 milioni di anni fa, più o meno il periodo della comparsa dei primi organismi unicellulari e di assistere alla continua trasformazione del pianeta che diverrà poi la nostra casa: com’era la Terra 560 milioni di anni fa, in pieno Cambriano, quando le uniche forme di vita, Trilobiti e Nautili, nuotavano negli oceani? Dove si trovava New York alla comparsa dei primi dinosauri? E dov’era Milano quando un meteorite ne causò l’estinzione, 65 milioni di anni fa?
I temibili carnivori? Negli USA e in Cina
Da evitare tassativamente, invece, gli Stati Uniti d’America, soprattutto Texas, Nebraska e Montana perché, dai ritrovamenti fossili, possiamo dire che erano le zone di caccia predilette dal famigerato Tirannosauro. Per restare invece aderenti al bestiario di Jurassic Park, i Velociraptor li avremmo incontrati in Canada, nell’attuale deserto dei Gobi e in Kyrgyzstan. Con una differenza notevole: rispetto ai film, questi predatori eccezionali ci sarebbero apparsi ricoperti di piume, dei veri e propri struzzi della preistoria, dalle zanne lunghe così.
Spostando le lancette del Google Maps di dinosaurpictures più avanti nel tempo, al periodo dei primi ominidi, 35 milioni di anni fa, ai nostri occhi sarebbero apparsi – finalmente – panorami un po’ più famigliari, con la nostra Penisola quasi completamente emersa (a eccezione di alcune aree del Veneto, del Friuli e dell’Emilia Romagna) ma con la Corsica ancora attaccata alla Costa Azzurra e alla Liguria di Ponente. Con buona pace dei sostenitori della Brexit, inoltre, all’epoca il canale della Manica non esisteva e la Gran Bretagna era collegata al resto del continente europeo da lembi di terra.
Ideato da Ian Webster, questo Google Maps della preistoria non è solamente uno strumento ludico ma anche didattico. Purtroppo, ammette Webster, «non saremo mai in grado di provare fino in fondo la veridicità di queste simulazioni».
Ma il programma non procede casualmente, bensì si fonda sui dati più precisi oggi disponibili, come scrive il suo creatore: «Mi ha sbalordito che i geologi abbiano messo assieme abbastanza dati da poter ricostruire la posizione di casa mia fino a 750 milioni di anni fa». Giocando con il mappamondo tridimensionale, vedendolo trasformare al mutare delle ere, si prende coscienza di quanto sia effimera la nostra esistenza rispetto al ciclo vitale di un pianeta e di tutti i suoi abitanti che si sono succeduti nel corso del tempo.