Dalla California un titolo indipendente che ha saputo migliorarsi
Che sia un semplice DLC o un qualcosa di più rispetto al titolo originale saranno i gamer a stabilirlo. Anche se noi propendiamo di più per la seconda strada. Dopo aver sviluppato Death’s Gambit la software house indie californiana White Rabbit ha saputo raccogliere osservazioni, spunti e critiche su un titolo che aveva ancora del potenziale da esprimere. Death’s Gambit: Afterlife è il risultato di questi ulteriori sforzi, che abbiamo apprezzato su Nintendo Switch. Per chi adora i mondi pieni di atmosfere dark e perenne senso di dannazione, il videogioco in questione saprà regalare soddisfazioni. Si tratta di un metroidvania 2D a scorrimento orizzontale, chiaramente ispirato all’immaginario di Dark Souls. Considerando pure la grafica in stile retro e la notevole attenzione alla storia, il prodotto indipendente si presenta in una veste davvero promettente.
Il protagonista di Death’s Gambit: Afterlife è Sorun, soldato sopravvissuto a una guerra fallimentare. A giudicare dal luogo in cui ci troviamo, pieno di minacce e senza anima viva ad aiutarci, la morte sarebbe stata una fine migliore. E, visto che l’abbiamo nominata, eccola lì di fronte a noi. La storia di Death’s Gambit: Afterlife parte da un terribile quanto salvifico patto, stretto con lei in carne e ossa. In cambio dell’immortalità dobbiamo portare a termine un compito, che si svelerà mano a mano che approfondiremo la storia. Prima di procedere dobbiamo aggiungere che i sottotitoli in italiano rendono l’esperienza ancora più fruibile a un pubblico non avvezzo alla lingua d’Albione.
All’inizio del titolo dobbiamo passare per l’editing del personaggio. Dovremo scegliere qual è la stazza del nostro eroe, quali le sue qualità e con quale arma cominciare. In questa situazione non ci possiamo spingere nel suggerirvi una strada rispetto a un’altra. Senz’altro l’ampia scelta gioca a favore di una longevità del titolo. In base all’arma – più pesante o più leggera – cambia tutto: i combattimenti potrebbero risultare più agili o altrimenti vi sarà richiesta una strategia più brutale nel corpo a corpo.
L’anima ruolistica di Death’s Gambit: Afterlife verrà apprezzata dagli appassionati di RPG, che ritroveranno un inventario e una ricca serie di caratteristiche del personaggio da potenziare. In un viaggio che inevitabilmente vi condurrà alla morte e all’immediata resurrezione, il divertimento sta sia negli scontri con boss e mini boss (aumentati rispetto al titolo precedente della software house), sia nell’esplorazione e negli approfondimenti sulla lore. Lungo il cammino si incontrano punti in cui è opportuno fermarsi per leggere documenti o scoprire le peculiarità di oggetti che possono tornare utili in un secondo momento.
Death’s Gambit: Afterlife è un titolo che non fa per tutti. Il gameplay merita più di qualche sessione mordi e fuggi. La storia non sarà delle più originali, soprattutto per chi è già abituato a simili titoli in console. Eppure la freschezzaindie che si nota nella grafica – ricca di dettagli e fluida in tutti i passaggi – è lì a testimoniare un prodotto solido e maturo. Nel nostro test su Switch ci siamo accorti di alcune linee di dialogo che gli sviluppatori hanno lasciato in inglese (poco male, tutto risolvibile con una patch). L’audiodesign non è da meno rispetto all’attenzione adoperata in campo grafico. Il videogioco è disponibile sullo store di Nintendo a meno di 20 euro.
Giornalista professionista, 33 anni. Mi occupo di tecnologia e innovazione su StartupItalia con interviste e approfondimenti. Collaboro con Blum e Rivista BC. Modero e conduco eventi sul mondo tech
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