Dai laboratori iberici arriva un nuovo studio per la formulazione di cibi gluten free, grazie alla modificazione genetica di una proteina
La celiachia è l’intolleranza alimentare più diffusa. La prevalenza in Europa nella popolazione adulta è pari all’1% con un intervallo di variabilità che va dallo 0.2% della Germania al 2-3 % della Finlandia e della Svezia. È stata a lungo ritenuta un’intolleranza dei soli paesi occidentali, ma oggi i dati dimostrano il contrario: i Saharawi, che vivono nella zona di confine tra Mauritania, Marocco e Algeria, sono la popolazione con la più alta prevalenza di celiachia al mondo. Questo deriva da due cause principali: l’elevato consumo di alimenti contenenti glutine (cous-cous) e una genetica favorevole con alta prevalenza in questa popolazione di geni HLA predisponenti.
Nuovi tipi di grano
Grazie alla Crispr (clustered regularly interspaced short palindromic repeats) e all’editing genetico, un gruppo di ricercatori dell’Istituto Spagnolo per l’Agricoltura Sostenibile sta cercando di creare nuove tipologie di grano che possano ridurre le reazioni immunitarie in soggetti affetti da celiachia. Come i ricercatori hanno messo in luce nel loro ultimo studio, la principale sfida principale è stata la gliadina, una proteina componente del glutine, contenuta in particolar modo nelle farine di frumento, orzo, segale, farro, spelta. Unendosi all’enzima intestinale transglutaminasi, questa proteina provoca un processo immunitario che colpisce l’intestino in soggetti geneticamente predisposti. Il team è riuscito a eliminare con successo 35 dei 45 geni nella proteina e persino a produrre una pagnotta di pane con la proteina così modificata. Se i risultati della ricerca dovessero essere positivi, l’applicazione della Crispr sulla gliadina potrebbe rivelarsi una biotecnologia utilissima per la produzione di alimenti gluten-free.