Tanti gli atti vandalici negli ultimi giorni. Ma è questa la strada giusta?
Dopo la tragica morte di George Floyd, l’afroamericano soffocato da un poliziotto a Minneapolis, si è tornato a parlare, a discutere e a litigare sulla toponomastica delle nostre città e sulle statue da decenni, se non secoli, presenti nelle piazze di mezzo mondo. Blocchi che fino a poche settimane fa non davano fastidio a nessuno sono oggi al centro di una rocambolesca polemica politica. Fermo restando l’evidente e irrisolta questione del razzismo e della discriminazione negli Stati Uniti, non è chiaro come mai la battaglia culturale debba partire proprio dall’abbattimento delle statue. Negli USA vandali hanno decapitato una delle tante statue di Cristoforo Colombo, in Gran Bretagna è toccato a una raffigurante Edward Colston, mercante e schiavista. Nomi noti e meno noti. E anche in Italia c’è chi punta il dito contro la memoria del giornalista Indro Montanelli. Quali sono dunque le “colpe” di questi blocchi rimasti finora immobili e silenziosi?
Leggi anche: Stati generali, che cos’erano e perché portano male
Cristoforo Colombo
La polemica attorno alla figura di Cristoforo Colombo non è nuova negli Stati Uniti. Da anni, in occasione del Columbus Day, aumentano i casi di proteste da parte di nativi americani, ma anche di professori, accademie e cittadini comuni contro la celebrazione del 12 ottobre, il giorno in cui il navigatore genovese sbarcò nel Nuovo Mondo. Agli occhi dei critici l’esploratore sarebbe il primo responsabile storico del genocidio ai danni di chi già abitava quelle terre prima dell’arrivo degli europei. Negli ultimi giorni sono stati numerosi gli atti vandalici contro le tante statue di Colombo sparse sul territorio americano.
Winston Churchill
Senza statisti come Churchill forse la storia della Seconda Guerra Mondiale sarebbe andata diversamente, con sorti ben peggiori anche per l’Italia. Il primo ministro britannico fu per anni l’unico leader di un paese europeo a fronteggiare l’avanzata di Hitler nel vecchio continente, chiedendo ai propri cittadini una prova di resistenza eroica sotto la pioggia delle bombe naziste. Eppure anche Churchill è stato preso di mira dopo le proteste per la morte di George Floyd: sotto una delle sue statue vandali hanno cancellato il nome inciso per scrivere con bombolette “was a racist”, “era un razzista”. Colui che salvò la Gran Bretagna (e l’Europa) insieme a USA e URSS era figlio del suo tempo e, certo, nutriva una forte convinzione della superiorità della propria razza in un’epoca in cui la Gran Bretagna era ancora a capo di un impero. In più, l’uomo fu per lungo tempo un ammiratore della figura politica di Benito Mussolini.
Indro Montanelli
Veniamo ai fatti di casa nostra. La polemica sul giornalista toscano Indro Montanelli, forse il più famoso nella storia del Novecento italiano insieme a Luigi Albertini, ruota attorno al suo passato, in particolare all’unione con una 12enne in Abissinia durante la guerra coloniale fascista in Africa. Le vicende sono state ricordate da Montanelli stesso, che spiegò come aveva comprato la bambina dal padre per poi sposarla. Scomparso nel 2001, il giornalista non ha mai smesso di essere accusato di violenza sessuale su una minorenne. Tra le statue che in questi giorni molti vorrebbero abbattere (o togliere) c’è anche quella di Montanelli a Milano, nei giardini a lui intitolati e che – per forza di cose – dovrebbero essere ribattezzati ove mai la richiesta venisse accolta.
E tante altre statue
Negli Stati Uniti in questi giorni è stata presa di mira anche la memoria di Andrew Jackson, settimo presidente degli USA nella prima metà dell’Ottocento: l’accusa contro di lui è sostegno allo schiavismo. Durante le proteste violente è stata abbattuta anche una statua di Jefferson Davis, il primo e unico Presidente degli Stati Confederati d’America durante la Guerra Civile Americana. Il giudizio storico di ciascuno – purché documentato e pacifico – va rispettato e al più criticato con argomentazioni valide. Di certo c’è che, per quanto pesantissime, è di certo molto più facile abbattere statue che studiare e conoscere la storia.