Addio alla carta (almeno per il 2020). Il CEO Ben Kohn ha scritto una lettera a tutti i lettori: la rivista reagisce alla pandemia sposando l’online
«Abbiamo deciso che il nostro numero di primavera, che arriva in edicola negli Stati Uniti questa settimana, sarà la nostra ultima pubblicazione cartacea dell’anno». Ben Kohn, CEO della storica rivista Playboy, ha formalizzato una decisione a suo modo storica: il periodico – trimestrale dal 2019 – ferma l’edizione cartacea come risposta all’emergenza coronavirus che ha raggiunto anche gli USA. «Passeremo a un programma di pubblicazione digitale di tutti i nostri contenuti», ha aggiunto l’amministratore delegato nella lettera-comunicato disponibile sul sito di Playboy.
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Playboy: che resilienza…
Tutta la stampa mondiale è interessata dall’emergenza coronavirus e sono tanti gli esempi virtuosi di resilienza. Il New York Times, per esempio, ha tolto il paywall per permettere a tutti i suoi milioni di lettori di restare aggiornati gratuitamente. Lo zoccolo duro di Playboy potrà essere felice di non perdersi neanche un numero nei prossimi mesi, soprattutto perché l’editore ha intenzione di puntare unicamente su contenuti digitali nel 2020 per raggiungere sempre più pubblico. Non si dovranno aspettare tre mesi, perché il sito aumenterà gli aggiornamenti quotidiani con tanti nuovi contenuti. Un collega hard di Playboy (decisamente più tech) come Pornhub ha fatto di più, regalando l’accesso alla versione Premium a tutti gli utenti italiani in isolamento.
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© Fonte: Profilo Facebook Playboy
Fondata nel 1953 da Hugh Hefner, la rivista Playboy è uno dei brand più noti al mondo. Criticato (tanto), ma anche sfogliato (senz’altro di più), il giornale ha affrontato notevoli cambiamenti negli ultimi anni: dal 2016 ha scelto di non pubblicare più nudi femminili integrali nè in copertina, nè nella rivista. Una mossa necessaria per distinguersi dalla pornografia online imperante e a disposizione di tutti. L’emergenza coronavirus ha spinto il giornale a un ultimo radicale cambiamento: la digitalizzazione completa di una rivista che, chissà, in futuro potrebbe puntare sempre meno sulla carta.