Non solo moda, viaggi e food. Anche il mondo del caffè oggi ha i suoi influencer. Abbiamo incontrato Federico Lucas Pezzetta che per primo ha creato un profilo per “influenzare” i suoi utenti nella scelta del miglior caffè per ogni gusto
Oltre 1,500 follower su Facebook e 13,500 su Instagram. Fotografo per lavoro, influencer di caffè per passione, Federico “Lucas” Pezzetta – su Instagram lo trovate come CoffeeAndLucas – ha realizzato con Romedia Studio e in collaborazione con Umami Area il primo documentario indipendente italiano sul caffè. “Coffees, italians do it better?” – disponibile su Facebook – indaga sul mondo del caffè partendo dall’arrivo di Starbucks in Italia fino ad approfondire insieme ai maggiori esperti mondiali di caffè la conoscenza di un mondo che va oltre l’espresso in tazzina.
L’intervista
Federico, quando e come il tuo lavoro di fotografo ti ha portato ad avvicinarti al mondo del caffè?
“Ho iniziato ad avvicinarmi a questo mondo dopo aver visto la famosa inchiesta di report del 2014 sul caffè in Italia. Per un gioco del destino poi quasi tutte le persone protagoniste di quella inchiesta sono diventate clienti di Romedia studio, per cui lavoro. Con loro ho iniziato ad approfondire questo mondo, i metodi alternativi di fare caffè e soprattutto il mondo degli specialty, in Italia e all’estero”.
Come ha fatto un non-barista a diventare influencer di caffè?
“Come appassionato di questo mondo ho voluto approfondire con dei corsi specifici. Questo mi ha permesso di sviluppare capacità nel testare e valutare i caffè che le aziende mi propongono. È importante conoscere ciò che si comunica per farlo correttamente, ma soprattutto per farlo in modo nuovo. La comunicazione in Italia oggi sul caffè è legata a vecchi schemi pubblicitari che spesso non colpiscono tutti i target, come per esempio la fascia medio giovane a cui io mi rivolgo. La chiave per comunicare è l’equilibrio dei dettagli che non devono essere troppo tecnici per il grande pubblico. Una foto spesso rappresenta una soluzione semplice per spiegare qualcosa di alternativo, come per esempio un nuovo metodo di estrazione o un nuovo caffè proveniente da uno specialty. Poi, ovviamente, anche una comunicazione positiva è importante. Una comunicazione cioè non basata su prodotto peggiore – prodotto migliore, ma sulla diffusione di informazioni che possono portare l’utente alla scelta giusta per lui, per i suoi gusti. E’ proprio questo nuovo modo di raccontare che ha incuriosito le aziende nel mondo del caffè”.
Non solo social, hai anche un documentario all’attivo…
“Sì, due anni fa con Romedia studio e in collaborazione con Umami abbiamo realizzato il primo documentario italiano sul caffè partendo da quello che avrebbe significato l’arrivo di Starbucks in Italia fino ad approfondire la conoscenza di un mondo a volte ancora sconosciuto, come quello degli Specialty coffee”.
Il documentario ha avuto successo in Italia, ma anche all’estero…
“Siamo molto felici dei risultati raggiunti, soprattutto perché si tratta di un documentario indipendente e senza alcuno sponsor. Il nostro scopo era quello di creare un dibattito costruttivo sul mondo del caffè. Siamo quindi molto orgogliosi del fatto che sia stato apprezzato in Italia, ma anche all’estero. Lo abbiamo proiettato ad Amsterdam, Berlino, Londra, lo hanno visto ad Auckland in Nuova Zelanda e tra qualche giorno lo presenteremo anche a Barcellona”.