Può un unico sviluppatore eguagliare uno dei JRPG più belli del periodo SNES, cibandosi solo di pizza?
Dici Chrono Trigger e subito si innesca una girandola di ricordi, emozioni, sensazioni difficilmente spiegabili a chi non ha vissuto l’epopea del Super Nintendo. Negli anni gli RPG sono cambiati parecchio e sebbene quelli nipponici si siano rivelati maggiormente refrattari alle trasformazioni dettate dal tempo e dal mutamento della platea di riferimento, giocando oggi un titolo d’epoca SNES significa fare comunque un balzo in un altro periodo storico, che purtroppo è stato archiviato. Forse anche per questo abbiamo apprezzato il lavoro solitario di Mathias Linda, lo sviluppatore dietro al nostalgico Chained Echoes che, ve lo diciamo subito, per noi è il titolo del Natale 2022…
Chained Echoes, una recensione nostalgica
Davvero un tipo eccentrico, il tedesco Mathias: non solo ha voluto realizzare, tutto solo soletto, un gioco capace di impegnarvi per oltre 30 ore, mettendoci ben sette anni, ma ha dichiarato perfino che nel mentre si è nutrito esclusivamente di pizza al crudo di Parma e rucola (per la linea…)! La sua volontà era quella di sviluppare un RPG che fosse nipponico fin nell’anima, questo nonostante provenga dalla Renania Settentrionale-Vestfalia.
A lui e solo a lui dobbiamo quindi pixel art, codice sorgente, come pure delle missioni, fino alla scrittura della trama e dei tanti giochi di parole presenti nei dialoghi. Solo per alcuni fondali e per la colonna sonora (peraltro di qualità, grazie a Eddie “Marianukroh”) si è rivolto ad artisti freelance.
Per sua stessa ammissione, Mathias si è ispirato ai capisaldi del genere degli anni ’90, da Suikoden 2, Terranigma, Chrono Trigger a Final Fantasy VI anche se qua e là rintracciamo qualcosa di Legend of Mana (i nemici per esempio sono visibili sulla mappa e non ci sono incontri fortuiti) e perfino da Xenoblade, vista la presenza di enormi Mech richiamabili anche in battaglia.
Notevole anche il parterre, che finirà per includere ben otto personaggi coi quali assemblare il proprio party d’eroi preferito, a seconda delle esigenze o delle simpatie: sono tutti superbamente caratterizzati, con un proprio carattere, un background e uno skill-tree unico. Sorprende davvero che dietro a tanti dettagli ci sia un’unica persona invece è proprio così e l’amore che il nostro amico teutonico nutre per gli RPG di stampo orientale si ravvisa in mille e più particolari, veri e propri rimandi, ludici, artistici e di sinossi a pietre miliari del passato.
Si potrebbe contestare a Chained Echoes di non innovare il genere di riferimento, ma vorrebbe dire non avere inteso lo spirito con cui è stato fatto e che oggi anima il gioco, disponibile su PC (via Steam), Mac, Linux, Nintendo Switch, PlayStation 4, PS5, Xbox One e Series X|S. Insomma, applausi a scena aperta e pacche sulle spalle al buon Mathias: non sappiamo se dopo 7 anni trascorsi davanti al PC, mangiucchiando pizza, abbia ancora voglia di replicare l’esperienza, ma noi non siamo ancora stufi delle peregrinazioni per le lande di Valandis, scosse dalla guerra e vogliamo un sequel…