Secondo una stima di Coldiretti su dati Ismea-Ui e Ixe, a Capodanno saliranno a oltre 100 milioni le bottiglie di spumante consumate durante le feste, con le bollicine tricolori che saranno presenti sull’83% delle tavole, dalle case ai ristoranti e agriturismi. Una stima su cui pesa però quest’anno l’incognita delle nuove regole del Codice della Strada che inasprisce differenti casistiche a eccezione, viene ribadito dal dicastero delle Infrastrutture, dei limiti relativi al consumo di alcol. Ma come stanno realmente le cose?
Nel Codice della Strada nuovi limiti per il consumo di alcol?
L’Articolo 186 del Codice della Strada stabilisce tre principali soglie di alcolemia: da 0,5 a 0,8 grammi per litro (g/l), da 0,8 a 1,5 g/l e oltre 1,5 g/l, ciascuna associata a specifiche sanzioni per guida in stato di ebbrezza. Inoltre, per i neopatentati è introdotto un limite alcolemico zero, con pene ancora più rigide per le violazioni. Agli articoli 9-ter e 9-quater vengono annoverate le novità per coloro che pongono in essere la manomissione dei dispositivi alcolock.
Cosa si rischia eccedendo i limiti di alcol previsti dal nuovo Codice della Strada
Chi guida con un tasso alcolemico superiore a 0,5 g/l ma non superiore a 0,8 dovrà pagare una sanzione compresa tra 543 e 2.170 euro. La patente di guida verrà sospesa da 3 a 6 mesi.
Alzando maggiormente il gomito, chi fosse pizzicato alla guida con un tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l ma non superiore a 1,5 g/l sarà sottoposto a sanzione che varia da 800 a 3200 euro e sospensione da sei a 12 mesi della patente.
Superare 1,5 g/l di alcol nel sangue con il nuovo Codice della Strada significa esporsi al rischio di un’ammenda da 1.500 a 6.000 euro, sospensione della patente da 1 a 2 anni, eventuale arresto da sei mesi a un anno e confisca del veicolo nel caso in cui non fosse di proprietà del conducente.
Zero alcol per i neopatentati
I neopatentati, ovvero coloro che hanno conseguito la patente da meno di tre anni, sono soggetti a regole più severe riguardo ai limiti alcolemici. Per loro il limite alcolemico è di 0,0 grammi per litro (g/l). I più giovani, insomma, pure a Capodanno, farebbero bene a evitare persino il cioccolatino al liquore offerto con insistenza dalla nonna se dopo ci si deve mettere al volante.
Il nuovo Codice della Strada colpisce i vini made in Italy?
La paura suscitata dalla nuova normativa avrebbe avuto la conseguenza di reprimere i consumi di prodotti tradizionali delle feste. Un vero e proprio effetto boomerang per il governo a trazione sovranista dato che sembra colpire soprattutto il made in Italy. «Forse è che per noi questi sono giorni di bassa stagione, dal ponte dell’Immacolata a Natale è il periodo dell’anno con meno gente. O forse è l’inizio di una nuova era» si lamenta a La Stampa una cameriera del DiVin Caffè di Torino.
«Ormai si era già diffusa la paura dei controlli» dice sempre alla testata torinese Alessio Cecchierini, «questa estate mi sono accorto che vendevo cinque bottiglie a sera mentre negli anni precedenti ne vendevo 20. Non so cosa succederà dopo questa nuova stretta. Ma il rischio per noi del settore è grande». «Se vendiamo meno noi, vendono meno le cantine. Siamo preoccupati. Non puoi incentivare il turismo enogastronomico e poi mazziare così le persone», avverte Mattia Negro chef del ristorante Barolando.
Cosa rispondono dal MIT
«Il nuovo Codice della Strada non modifica i limiti di alcol consentiti, ma introduce misure più rigide contro l’uso improprio del cellulare e il consumo di droghe alla guida», il chiarimento dal sapore tombale che arriva dal dicastero delle Infrastrutture per addossare sui giornalisti la responsabilità della confusione odierna.
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«Una campagna mediatica distorta – l’affondo del ministero diretto dal vicepremier Matteo Salvini – sembra ignorare l’impatto degli smartphone sugli incidenti, dando spazio a polemiche infondate come quella sul calo delle ordinazioni di risotto allo champagne, riportata persino da importanti quotidiani».
«Questa disinformazione – l’attacco ai media da parte dell’esponente leghista – rischia di confondere i cittadini e penalizzare settori cruciali come l’enogastronomia. Per questo – si legge sempre nella nota ministeriale -, il MIT sta valutando azioni legali per procurato allarme».