Una parte dei ricavi delle vendite sosterrà i programmi dell’ospedale pediatrico californiano Valley Children’s Hospital
L’epoca del Nintendo 64 ha donato al mondo alcuni dei platform 3D più belli mai visti. Dopo una vera e propria gragnuolata di titoli che scopiazzavano Super Mario 64 e Banjo-Kazooie, il genere è quasi scomparso, sopravvivendo solo nelle produzioni Nintendo e in alcuni recenti esperimenti, velati dalla nostalgia, messi a punto da software house indipendenti. Castle on the Coast rientra senz’altro nella categoria.
Se siete abbastanza ‘vecchi’ da essere cresciuti con un N64 in cameretta, ricorderete senz’altro che i platform di quell’era, veri e propri pionieri della terza dimensione, si caratterizzavano per le pressanti richieste indirizzate al giocatore di raccogliere ogni sorta di oggetti collezionabili: monete, stelle, banane, pezzi di puzzle, note musicali… Un concetto portato perfino all’esasperazione da Donkey Kong 64 (e su GameCube da Super Mario Sunshine) e che probabilmente ha contribuito, assieme all’elevato numero di cloni di Super Mario, affinché il genere si inflazionasse abbastanza in fretta.
Giocando con la fisica in Castle on the Coast
Castle on the Coast recupera l’intero bagaglio di offerte ludiche, emozioni e sfide che la sfortunata console nipponica seppe regalare a quei quattro gatti che l’acquistarono nonostante all’epoca andasse per la maggiore la prima PlayStation e propone ambientazioni ricolme di salti, piattaforme semoventi, item da agguantare e trabocchetti potenzialmente mortali. Anche la grafica e la mole poligonale rimandano all’epoca a 64-bit.
Tuttavia, in Castle on the Coast, i ragazzi della startup innovativa polacca Klabater (il titolo è finanziato da Big Heart Productions) hanno optato per una fisica molto più “burrosa”, docile e permissiva rispetto alle avventure che irruppero nei nostri salotti, pad tricornuto alla mano, alla metà degli anni ’90.
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La giraffa George, conosciuta almeno in California per essere la mascotte dell’ospedale pediatrico Valley Children’s Hospital, è un vero e proprio asso del parkour: non esiste acrobazia, superficie o verticalità che possa fermarla.
Potrà compiere una enorme quantità di azioni differenti, che vanno dal correre lungo i muri come Spider-Man o Prince of Persia al nuoto, passando per balzi di ogni tipo, rocambolesche corse a cavalcioni di palloni o a bordo di rombanti fuoriserie. Tutto ciò piegando sempre alla nostra volontà la fisica di gioco che, rispetto a titoli analoghi, presenta un comportamento ingentilito, sicuramente insolito e che, forse proprio per questo, richiederà almeno sulle prime di prenderci la mano, dato che George può fare in volo cose che il povero Super Mario sognerebbe soltanto.
Le sfide non mancano e dobbiamo riconoscere agli sviluppatori di aver messo davvero tanta carne al fuoco, probabilmente pure troppa, visto che si fatica a cogliere l’essenza del gameplay, tanto è stato diversificato. Ma tutto sommato questo barcollante videogame funziona, esattamente come George, riesce a restare in piedi contro ogni pronostico e legge della fisica, ripescando con gusto un’epoca ormai passata che solo le startup indie provano di tanto in tanto a rispolverare. Non meno importante, per ogni copia venduta, una parte dei ricavi delle servirà a sostenere i programmi dell’ospedale pediatrico californiano Valley Children’s Hospital.