Non ne potete più delle riunioni coi parenti e siete alla ricerca di un po’ di solitudine?
Alzi la mano chi di voi si ricorda Thrust, titolo di Xype del 1986 per Commodore 64? Ecco, nessuno. Allora sarà meglio usare Metroid come secondo termine di paragone per Carebotz, titolo indie appena sbarcato su Nintendo eShop, nonostante per tanti versi le somiglianze con Thrust siano davvero marcate.
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La solitudine “old school” di Carebotz
In Carebotz ci caleremo nei panni metallici di BIBZ, un piccolo drone per la manutenzione che si risveglia all’improvviso quando la fabbrica/stazione spaziale/centro di ricerche (inutile dirvi che il gioco, come ogni Metroidvania che si rispetti, è alquanto scevro di dettagli circa la trama) si trova pesantemente danneggiato e invaso da centinaia di esseri alieni tutt’altro che pacifici.
Non sappiamo chi li abbia mandati ma sappiamo che vogliono ridurci in briciole. C’è però un problema: BIBZ non è un drone di sorveglianza e nemmeno un robot-soldato. Il suo solo compito è eseguire lavoretti di manutenzione e infatti almeno all’inizio sarà armato di una pistolina laser davvero ridicola.
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Ed è qui che Carebotz si rivela incredibilmente old school: ci getta in un labirinto senza armi, trucchi e suggerimenti e ci costringe a sopravvivere. Esattamente come nei vari Metroid o nel primissimo The Legend of Zelda. Le ambientazioni che visiteremo ospitano sia strutture in cui recuperare le energie sia, soprattutto, quelle in cui scaricare aggiornamenti che renderanno via via il nostro BIBZ un vero drone distruttore.
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Ma prima dovrete raggiungerle, e non sarà affatto facile, perché anche quando avrete finalmente preso confidenza col peculiare sistema di controllo e avrete smesso di sfracellarvi contro le pareti ogni tre secondi, bisognerà capire dove andare e cosa fare per risolvere i piccoli enigmi che ci si pareranno di fronte. Nulla di trascendentale, niente che un navigato appassionato di Metroidvania non abbia già visto, ma tutti gli altri potrebbero faticare e lasciar perdere il gioco dopo un primo impatto così brutale.
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Carebotz, it’s dangerous to go alone
Sarebbe un vero peccato, perché il titolo dei ragazzi di Glasscannon Studio è indubbiamente cattivello, volutamente ispido e irsuto, ma anche parecchio divertente, soprattutto per tutti coloro che cercano un gioco che non dia un suggerimento ogni dieci passi. In Carebotz accade il contrario: si è soli e si deve sopravvivere. Non innova, non introduce nulla, ma la mappa è bella grande e i dettagli, così come i segreti, non mancano.