Disponibile su Game Pass. Il viaggio di Norah ci ha stregato
Un male oscuro, una malattia che lascia strane macchie sulla pelle e un marito coraggioso partito per trovare la cura su un’isola sperduta nel Pacifico. La storia di Norah Everhart, donna acuta che pare uscita dalla penna di Agatha Christie, parte dalla cabina di una nave in cui si risveglia dopo un sonno tormentato. Harry non ha dato più notizie di sè, così l’esploratrice ha scelto di partire in solitaria per ritrovarlo. Call of the Sea avrebbe potuto essere un buon romanzo, ma gli sviluppatori gli hanno dato la forma di un videogioco ambientato negli anni Trenta. L’esclusiva Xbox è disponibile su Game Pass, la sconfinata libreria disponibile per i gamer. Lo abbiamo provato sulla nuovissima Xbox Series S, tuffandoci in un’avventura ricca di enigmi e puzzle da risolvere.
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Call of the Sea, un libro interattivo
Sviluppato dalla software house spagnola Out of the Blue, Call of the Sea è un’opera matura: in prima persona, si gioca nella logica del punta e clicca con tanti oggetti da analizzare. Si struttura in ricchi capitoli pieni di angoli da scoprire e atmosfere esotiche: nel realizzarle gli sviluppatori hanno rivelato di essersi ispirati al grande scrittore Lovecraft. Nel 1934, l’anno in cui si svolgono i fatti narrati, Norah è una donna con alle spalle esperienza, mille viaggi e una storia d’amore con l’avventuriero Harry, l’amato marito scomparso.
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Il paradiso a colori
Con una grafica splendente – i colori dell’isola sono vividi e variano in base alle ambientazioni – Call of the Sea ha una storia talmente strutturata che avrebbe funzionato anche come graphic novel. Fortunatamente la software house ha voluto dare profondità all’esperienza di gioco, permettendoci di compiere le giuste scelte che avvicineranno la protagonista alla verità. Lungo il suo cammino dovremo osservare molti oggetti, consentendo a Norah di annotare intuizioni e schizzi sul taccuino. Con tutte queste informazioni avremo gli elementi sufficienti – ma non scontati – per aguzzare l’ingegno e raggiungere quella piacevole sensazione che scoppia dopo ogni “Eureka!”.
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Avendolo giocato su una delle console di nuova generazione abbiamo potuto apprezzare un aspetto non secondario per chi ha intenzione di convertirsi alla next gen. Per quanto riguarda l’ultima arrivata in casa Microsoft, la velocità di caricamento è sorprendente: si passa da un gioco a un altro in un amen. E siccome Call of the Sea ci ha attratto come quei romanzi magnetici, non abbiamo perso molti secondi prima di rimetterci nei panni di Norah una volta accesa la console. Sembra poco, ma fa tanto quando si apprezza un videogioco.
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