Una campagna che dura troppo poco, una storia che non decolla. Tra i capitoli meno convincenti della saga
In media lo sviluppo di un titolo della saga Call of Duty richiede tre anni abbondanti. Per l’ultimo capitolo, Call of Duty Modern Warfare 3, Activision Blizzard ha scelto di premere sull’acceleratore, chiedendo al team uno sforzo che, a giudicare dalle recensioni di critica e pubblico, non è valso la fretta. Il videogioco è stato sfornato in meno di un anno e mezzo. Disponibile su PC e su next gen, il terzo capitolo vede la spietata Task Force 141 in gran forma dal punto di vista della potenza di fuoco e dell’abilità in battaglia. Purtroppo tanto la campagna quanto il multiplayer non sono risultati all’altezza delle aspettative.
Call of Duty Modern Warfare 3 è un videogioco che riprende il filo di quanto accaduto nel capitolo precedente (qui trovate la recensione). Se è vero che COD si è fatto un nome grazie al multiplayer, anche la Campagna in single player rappresenta un banco di prova di non poco conto. Prova ne è il fatto che la delusione vissuta da tanti in quest’ultimo titolo si è fatta sentire.
La brevità di Call of Duty Modern Warfare 3 sorprende in negativo: quattro ore a stare larghi. E piove pure sul bagnato, dal momento che ci imbattiamo in finale senza molto senso, che lascia davvero troppi punti interrogativi dopo un filone narrativo senza grandi colpi di scena o guizzi di sceneggiatura. Il nostro test sulla next gen di Xbox ci ha inoltre costretto a riavviare più volte le partite, con caricamenti tra una missione e l’altra che si impiantavano.
A primo impatto Call of Duty Modern Warfare 3 avrebbe avuto senz’altro le carte in regola per essere un buon esemplare di COD. A cominciare dal villain, che incontriamo nella missione di benvenuto, in uno scenario piovoso e tetro. Vladimir Makarov è un pericoloso terrorista ma avrebbe senz’altro meritato un maggiore respiro nella storia composta da 14 missioni complessive.
A livello di giocabilità Call of Duty Modern Warfare 3 offre il solito piacevole menu di sessioni sotto piogge di proiettili, a caccia delle traiettorie più spericolate per mandare a segno i nostri colpi. Una differenza che il team di sviluppo ha tentato di proporre sta in mappe più ampie, senza una linearità immediata che dovrebbe spingere il gamer a una maggiore esplorazione.
L’effetto finale di queste open combat mission è tuttavia poco convincente, soprattutto perché spesso ci si ritrova a correre per lunghi tratti senza incontrare minacce di alcun tipo (la missione al porto lo dimostra platealmente). L’azione, certo, non manca e chi ha voglia di sfide troverà un’AI dall’abilità militare notevole.
Call of Duty Modern Warfare 3 ha aggiornato il sistema di combattimento, rendendolo sensibilmente più fluido. Il gameplay obbliga a un costante movimento, dosando tra la modalità stealth e quella più caciarona quando si è sicuri del proprio vantaggio sul campo.
Nel complesso questo COD è un’esperienza che pare un’espansione mal riuscita del titolo precedente. Con questi scarsi contenuti venduti a caro prezzo il rischio è guastare il rapporto con una delle community più affezionate e numerose al mondo (in vent’anni le vendite di Call of Duty hanno superato i 30 miliardi di dollari).